sabato 9 settembre 2023

Ago del Torrone (m 3233)

 


Un dente di roccia strapiombante su due lati che s'erge in posizione quantomai remota e inaccessibile tra il bacino del Forno e la val Torrone. Questo è il 3000 più difficile della provincia di Sondrio e Giovanni se l'è lasciato indietro proprio per penultimo!

Dopo che mi ha guidato la macchina per portarmi in ospedale quando nel 2021 avevo rotto l'osso del collo, gli avevo promesso di accompagnarlo lassù, e così è stato.

Nonostante quest'anno non mi sia allenato a sufficienza ad arrampicare, nonostante avessi preso l'influenza, nonostante altre mille scuse, prima il tiro d'accesso (VI+) ai ghiaioni che conducono al colle del Torrone, poi i 3 tiri sul versante N della cuspide (VI+,IV+,V) sono stati risolti ed eravamo  così su quel cocuzzolo quantomai vertiginoso a festeggiare, con la sola angoscia della calata nel vuoto da 45m per tornare sulla terra ferma!




Succinta relazione, mappa e altre fotografie nella newsletter d'autunno 2023 de LMD, accessibile da qui:

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sabato 2 settembre 2023

Dai Cagamei alla cima di Valmorta


Un anello con partenza da Armisa per compiere una traversata tra le dimenticate cime in testa alla val Malgina, rese d'accesso complicato a causa del ritiro dei ghiacciai che ha scoperto fasce di roccia friabile piuttosto pericolose.


Prima che il passare dei giorni affievolisca i ricordi di quest’avventura, voglio mettere per iscritto le emozioni provate.

 Venerdì pomeriggio il mio amico Beno mi chiama per propormi un “giro”: il concatenamento delle cime dei Cagamei, della cima di val Morta e del pizzo del Diavolo di Malgina.

Io vengo subito allettato da questa proposta in quanto, oltre ad apprezzare sempre i giri mai scontati di Beno, i Cagamei mi hanno sempre attratto, oltre che dal nome, dalla loro solitaria asprezza.

“Ok Beno, arrivo a Ca Pizzini alle 6”.

Mannaggia a me, arrivo con 20 dignitosissimi minuti di ritardo e, con mia sorpresa, oltre a Beno c’è anche Giovanni, per intenderci “quello” che ha scalato tutti i 4000 delle Alpi. Questa cosa mi mette un po’ in allerta: vuole dire che il giro che dobbiamo fare non è proprio banale e questo presentimento mi accompagna per un buon tratto di strada...


L'intero racconto di Carlo Nani, mappa e altre fotografie nella newsletter d'autunno 2023 de LMD, accessibile da qui:

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lunedì 17 luglio 2023

Monte Leone (m 3553): cresta E (via Bonacossa/Vitali)

 Grandiosa è la montagna, la regina delle Alpi Lepontine, grandiosa ne è la cresta E che s'alza impressionante per 1250 metri sopra l'altopiano del lago d'Avino. Quel fendente di roccia interrompe i dolci paesaggi della bucolica alpe Veglia, proiettando bruscamente verso spinte verticalità.

Rocce variopinte e cangianti di ruvidità e consistenza caratterizzano i versanti italiani del monte Leone, che per quella cresta fu vinto solo nel 1945 dalla forte cordata del conte Aldo Bonacossa, "l'enciclopedia vivente della montagna" e del talentuoso ed estroverso arrampicatore lecchese Gigi Vitali, che aveva perso alcune dita della mano in guerra, ma certo non la dimestichezza con la roccia. 


San Domenico è alle nostre spalle mentre caliamo nella bucolica conca di Nembro. Voltarci ci fa da promemoria sulla capacità del turismo di imbruttire con voluminose strutture d'accoglienza e con infrastrutture ludiche dei luoghi altrimenti ameni e pacifici.

Davanti a noi una pista s'arrampica sullo scosceso fianco del Pizzo Valgrande e s'intrufola alta sopra una forra angusta e impressionante: è la via per l'alpe Veglia. Un biglietto da visita che non lascia nemmeno lontanamente presagire l'ampiezza degli spazi che quella soglia glaciale separa dal fondovalle.

Lasciamo l'auto nel prato di Ponte Campo (m 1319) adibito a parcheggio a pagamento, utilizzo che coi tempi che corrono è certamente più redditizio dello sfalcio del fieno. Muniti di zaini pesantissimi, attraversiamo il torrente Cairasca e,  tra campanacci di mucche e capre, ronzii di tafani che si trasformano in urticanti punture, e un fastidioso e puzzolente viavai di fuoristrada, prendiam quota con una dozzina di tornanti fino alla cappella del Groppallo. Scolliniamo, ma l'alpe Veglia non si vede ancora. È dopo un lungo corridoio costituito da alte e scure pareti, che a tratti si sgretolano. Il torrente scorre laggiù in fondo alla forra che si è scavato nelle tenere rocce calcaree...


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venerdì 14 luglio 2023

Punta del Rebbio (m 3193) dall'alpe Veglia

 


Voglio assolutamente vedere la cresta E del monte Leone prima di ficcarci il naso. Devo capire se c'è ancora neve  e servono i ramponi. Inoltre non ho mai visitato l'alpe Veglia, che dicono essere meta d'obbligo per ogni escursionista che apprezza la val d'Ossola. 

Con questi scopi parto in moto da casa con Gioia e uno zainone importante: destinazione punta del Rebbio, dirimpettaia del monte Leone e monumentale piramide se vista dal Vallese.


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sabato 8 luglio 2023

Punta Sertori (m 3195) per la cresta S con traversata al Badile

 


«Quando l'osservammo per la prima volta dagli scoscesi dirupi del Badile - esordisce Giuseppe Gugelloni nel suo articolo sulla prima salita alla punta Sertori - ci sembrò davvero che l'epiteto d'inaccessibile lanciato dalla nostra guida Sertori contro di essa fosse pienamente giustificato.»

In effetti quella guglia bifida che s'alza sulla spalla orientale del Badile sembra poco disposta a farsi salire, ma alla fine, fatta l'anno scorso e descritta nel n.62 - Autunno 2022 de LMD, ci torno anche quest'anno, sia per mantener fede alla promessa di portarci Giovanni, sia per toccarne la punta maggiore che avevo stoltamente saltato...



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mercoledì 28 giugno 2023

Pioda di Crana (m 2430) per la cresta N

 


È da qualche anno che gli amici mi parlano di questa cima della val Vigezzo quantomai pittoresca perchè corazzata di piodesse che ne rendono l'aspetto inconfondibile.

Su suggerimento di Corrado (che ieri ci ha ribatito che merita e chiesto di fargli sapere se quel IV grado sulla cresta N che dà la Guida dei Monti d'Italia è davvero duro come l'aveva trovato lui) decidiamo di andarci...


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martedì 27 giugno 2023

Piz de la Molera (m 2603) per il Fil de Tensa (cresta S)

Il nodo sul fazzoletto io e Corrado ce l'eravamo fatti l'anno scorso quando, in primavera, avevamo salito il vicino e negletto piz di Renten, da cui si ha una bella vista sulla turrita cresta S del piz de la Molera. «Quando torniamo a farla?» ci eravamo chiesti...  


Un racconto e maggiori dettagli lo si trova nella newsletter d'autunno 2023 de LMD, accessibile da qui:

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sabato 24 giugno 2023

San Pio - Cavregasco per cresta

 La gita sociale di due settimane fa tra val Bodengo e val Darengo (tracciato rosa), mi ha permesso di ammirare da vicino e di soffermarmi con maggiore attenzione sulla frastagliata cresta che va dal pizzo San Pio al pizzo Cavregasco. Decido così di tornarci e, partendo da Livo a piedi, compierne la traversata. Non ho compagnia, se non quella di un vento forte da N che mi tartassa tutta la giornata e che fa ondeggiare gli steli d'erba delle alpi abbandonate, rivelando riflessi argentati: quelle praterie paiono il mantello di una qualche belva feroce.

La maggiore difficoltà è un passo di IV in discesa dalla cresta E del pizzo San Pio, cui segue una calata in doppia da 17 m. Per il resto non si supera il III grado. Percorro invece con inquietudine la ben nota (a me) cresta SO del Cavregasco, dove il novembre scorso ha perso la vita Alessandro Regazzoni, scivolando nel canalone di placconate cui ci si appoggia nella parte alta (forse a causa del ghiaccio). L'inquietudine deriva principalmente dalla strana sensazione di non esser solo, suggestione forse derivata dalla stanchezza dopo tanto scarpinare...



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sabato 10 giugno 2023

Nell'occhio del ciclone: travolti da un tremendo temporale in val Bodengo

Doveva essere una gita facile, senza pericoli, senza patemi, solo per prendere appetito in vista di una cena tra appassionati della val Bodengo e invece, proprio sul facile, s'è scatenato l'inferno e per poco la Natura non ci spazza via!




Partiamo da Bodengo dopo abbondante spruzzata di lozione antizecche con raccomandazione di non farsi leccare dal gatto alla sera che se ingerisse il preparato potrebbe lasciarci la coda. 

La giornata è uggiosa. Corrado, scherzando, dice che lui parcheggia dall'altra parte del Boggia perché con gli stratempi che capitano da queste parti, non si sa mai che poi non riesci più a recuperare l'auto....


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