lunedì 17 luglio 2023

Monte Leone (m 3553): cresta E (via Bonacossa/Vitali)

 Grandiosa è la montagna, la regina delle Alpi Lepontine, grandiosa ne è la cresta E che s'alza impressionante per 1250 metri sopra l'altopiano del lago d'Avino. Quel fendente di roccia interrompe i dolci paesaggi della bucolica alpe Veglia, proiettando bruscamente verso spinte verticalità.

Rocce variopinte e cangianti di ruvidità e consistenza caratterizzano i versanti italiani del monte Leone, che per quella cresta fu vinto solo nel 1945 dalla forte cordata del conte Aldo Bonacossa, "l'enciclopedia vivente della montagna" e del talentuoso ed estroverso arrampicatore lecchese Gigi Vitali, che aveva perso alcune dita della mano in guerra, ma certo non la dimestichezza con la roccia. 


San Domenico è alle nostre spalle mentre caliamo nella bucolica conca di Nembro. Voltarci ci fa da promemoria sulla capacità del turismo di imbruttire con voluminose strutture d'accoglienza e con infrastrutture ludiche dei luoghi altrimenti ameni e pacifici.

Davanti a noi una pista s'arrampica sullo scosceso fianco del Pizzo Valgrande e s'intrufola alta sopra una forra angusta e impressionante: è la via per l'alpe Veglia. Un biglietto da visita che non lascia nemmeno lontanamente presagire l'ampiezza degli spazi che quella soglia glaciale separa dal fondovalle.

Lasciamo l'auto nel prato di Ponte Campo (m 1319) adibito a parcheggio a pagamento, utilizzo che coi tempi che corrono è certamente più redditizio dello sfalcio del fieno. Muniti di zaini pesantissimi, attraversiamo il torrente Cairasca e,  tra campanacci di mucche e capre, ronzii di tafani che si trasformano in urticanti punture, e un fastidioso e puzzolente viavai di fuoristrada, prendiam quota con una dozzina di tornanti fino alla cappella del Groppallo. Scolliniamo, ma l'alpe Veglia non si vede ancora. È dopo un lungo corridoio costituito da alte e scure pareti, che a tratti si sgretolano. Il torrente scorre laggiù in fondo alla forra che si è scavato nelle tenere rocce calcaree...


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venerdì 14 luglio 2023

Punta del Rebbio (m 3193) dall'alpe Veglia

 


Voglio assolutamente vedere la cresta E del monte Leone prima di ficcarci il naso. Devo capire se c'è ancora neve  e servono i ramponi. Inoltre non ho mai visitato l'alpe Veglia, che dicono essere meta d'obbligo per ogni escursionista che apprezza la val d'Ossola. 

Con questi scopi parto in moto da casa con Gioia e uno zainone importante: destinazione punta del Rebbio, dirimpettaia del monte Leone e monumentale piramide se vista dal Vallese.


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sabato 8 luglio 2023

Punta Sertori (m 3195) per la cresta S con traversata al Badile

 


«Quando l'osservammo per la prima volta dagli scoscesi dirupi del Badile - esordisce Giuseppe Gugelloni nel suo articolo sulla prima salita alla punta Sertori - ci sembrò davvero che l'epiteto d'inaccessibile lanciato dalla nostra guida Sertori contro di essa fosse pienamente giustificato.»

In effetti quella guglia bifida che s'alza sulla spalla orientale del Badile sembra poco disposta a farsi salire, ma alla fine, fatta l'anno scorso e descritta nel n.62 - Autunno 2022 de LMD, ci torno anche quest'anno, sia per mantener fede alla promessa di portarci Giovanni, sia per toccarne la punta maggiore che avevo stoltamente saltato...



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