Partenza : Parcheggio de "La Fontanaccia" / Fumero (m 1500), (oppure direttamente da Sondalo).
Itinerario automobilistico: da Sondalo seguire la SS 38 verso Bormio e uscire alla prima uscita "le Prese". Dopo 300 metri prendere la strada a destra che sale verso Frontale - Fumero con indicazioni Val di Rezzalo. Proseguire per 7 km su strada asfaltata fino alla fine del paese di Fumero ed entrare in val di Rezzalo dove dopo 500 mt troveremo i parcheggi. (Per chi volesse affrontare il primo tratto in bici, basta seguire la strada provinciale).
Itinerario sintetico: (Sondalo (m 880)) - Fontanaccia ( m 1500)- San Bernardo ( m 1850 ) - Clevio (m 2200 ) - cima di Savoretta (m 3053).
Tempo di salita previsto: 4 ore + 1 ( per chi volesse farla in bici fino a la Fontanaccia).
Attrezzatura richiesta: attrezzatura da sci alpinismo o ciaspole, pala, arva e sonda, (bici)
Difficoltà / dislivello: 3 su 6 / 1550 metri per chi partisse dal parcheggio. (4 su 6 e 2200 per chi partisse da Sondalo).
Dettagli: BS. (BSC)
Abitando a Sondalo la cima del Savoretta rappresenta una delle montagne "di casa" e una di quelle cime che non posso non voltarmi ad ammirare ogni qual volta che percorro la statale per Bormio. Già due anni fa ero salito partendo a piedi da Le Prese e ricordo ancora l'emozione di trovarmi all'alba a guardar la cima, 2100 metri sopra di me, e pensare che era lì che ero diretto. Quest'anno però ero deciso a partire direttamente da casa, in bicicletta. Anche memore di quanto fosse stato scomodo percorrere la strada che porta a Fumero, dato che in molti punti non è nemmeno possibile tagliare per i prati, e di quanto abbiano patito i miei piedi negli scarponi poi a scendere con i 20° di Aprile.
L'avventura decido di farla in concomitanza con la traversata della Val di Rezzalo, dagli impianti di Santa Caterina, organizzata dal Cai di Sondalo. Con loro sono daccordo di trovarmi verso le 9.15 ai piedi della Vedretta del Savoretta, dove loro scendendo si sarebbero fermati per mettere le pelli.
Parto così alle 6.40, con uno zaino di dubbia comodità ( la foto è stata fatta al rientro ),
ma dopo pochi km una strana sensazione mi accompagna....non avrò forse dimenticato qualcosa??
Sì, esatto, l'arva !! Decido quindi di tornare indietro di corsa, anzi di pedale, e mi trovo quindi a ripartire alle 7 passate !
Mi trovo quindi a dover recuperare il tempo perso e rinunciare all'idea di una gita a passo tranquillo. Dopo i primi km di salita la schiena inizia a implorare pietà, forse anche il piazzamento degli sci esterni e della macchina fotografica + scarponi non è stato ottimale...ma non ho tempo per fermarmi e tengo duro fino all'agognato arrivo al parcheggio ( ore 8 ).
Tolta la gerla, messo il lucchetto alla bici e fatto il cambio scarpe, riparto velocemente ora con gli sci ai piedi. La strada in alcuni punti è solo in parte innevata e rallenta la mia marcia, ma poco dopo le 8 e trenta riesco a essere a San Bernardo....cerco di far scorrere gli sci per essere più veloce possibile in questo lungo tratto pianeggiante fino al Merlo dove inizio a risalire il pendio per Clevio. Qui la neve ben trasformata e la buona aderenza, mi permettono di puntare dritto alla cime del pendio, limitando al minimo curve e inversioni. Alle 9 e un quarto sono a Clevio e inizio a guardare di fronte a me sperando che i miei amici del Cai non stiano già scendendo...e per fortuna è così. Mi addentro quindi nella valle, tenendo sempre la sinistra orografica, e procedendo praticamente in piano fino ad incrociare il torrente Rezzalasco, che attraverso sfruttando un ponte di neve.
Sono ormai le 9 e venti e non si vede nessuno...quindi rallento il passo e inizio a tirare il fiato. Finalmente ecco nei pressi del passo dell'Alpe, in alto alla mia sinistra, dei puntini....sono loro.
Ora ci siamo tutti e sono quasi le 9 e quaranta...messe, loro, le pelli ripartiamo verso la cima con il meteo che finalmente decide di volgere al bello e il primo sole che inizia a illuminare il nostro cammino.
La contentezza di vedere il sole e di poter quindi tirar fuori e sfruttare i 3kg di materiale fotografico che porto in groppa mostra prer ben presto il rovescio della medaglia...lo zoccolo !!!
Avendo bagnato le pelli a causa della neve bagnata nella parte bassa lo zoccolo che si forma sotto gli sci non mi da pace...provo a mettere la sciolina, ma invano....procedo quindi risalendo con fatica assieme al nevaio che mi porto sotto gli sci. La fatica oggi era stata messa in preventivo e non era un problema, ma dover salire camminando così.....mi ha fatto agognare metro dopo metro l'arrivo in vetta !
La via di salita lungo la vedretta è molto facile e non presenta difficoltà. Nella prima parte si deve tenere la destra aggirnado alcuni dossi, per poi prendere dopo un tratto quasi pianeggiante il pendio di sinistra, mentre addentrandosi a destra si andrebbe verso il monte dei Poltron.
Giungiamo quindi alla vedretta sotto la punta Valmalza (m 3093) e vediamo il canalino che annuncia il tratto finale. Risalito anche quest'ultimo in pochi minuti arriviamo alla vetta dove il paesaggio è maestoso. Sulla sinistra la vedretta appena risalita, al centro la Valmalza sovrastata dalla Punta di Pietra Rossa ( foto sotto ) e sulla destra il passo omonimo.
Dopo una sosta iniziamo la discesa, affrontando il canalino in neve polverosa
e il resto del pendio....
Una volta giunti alla fine della Vedretta si deve ritornare seguendo la via di salita e dal Merlo ( m 1900) in poi è necessario racchettare un pò, anche per via della neve, ormai molle. Il successivo rientro in bici non è stato problematico, fatto salvo per un pò di vento che dati gli sci ha generato un p di effetto vela !!