Partenza: Parcheggi stazione Val Morteratsh
Itinerario automobilistico: da Tirano seguire la Strada Statale N 29 per il passo del
Raggiunto il valico procedere in discesa per alcuni chilometri fino a trovare alla nostra sinistra, poco dopo una coppia di tornanti, la strada che si addentra verso la visibile vallata. Poche centinaia di metri troveremo i parcheggi, poco prima del termine della strada in prossimità della stazione del Trenino Rosso del Bernina.
Itinerario sintetico: val Morteratsch (m 1896) – Vedretta del Morteratsch (m 2000 circa)
Buuch (m 3000 circa) – pendici della parete Ovest dello Zupò (m 3830 circa) oppure Forcella dello Zupò (m 3851) – pizzo Zupò (m 3996).
Tempo per l'intero giro: 8 ore circa.
Attrezzatura richiesta: imbraco, corda, ramponi e piccozza, kit antivalanga.
Difficoltà/dislivello: 4 su 6 / circa 2100 m.
Dettagli: BSA. Alpinistica PD. Prestare molta attenzione ai crepacci. Le difficoltà sono tutte in funzione della qualità della neve e della presenza o meno di ghiaccio nel ripido tratto finale.
Partiti all'alba dalla valle del Morteratsch, ancora innevata, immediatamente il Bernina si mostra in tutta la sua bellezza e ci accompagna lungo il primo tratto che ripercorre la pista da fondo, ora non più battuta, e s'addentra quasi pianeggiante nella valle consentendo un lento riscaldamento.
Pian piano si mostra sullo sfondo, davanti a noi, il percorso di salita, e sulla sinistra il pendio innevato che porta alla Vedret Pers.
Impieghiamo circa un ora a percorrere la parte iniziale della vallata e raggiungere l'inizio del ghiacciaio superando finalmente la quota dei 2000 metri. Dopo aver risalito un breve pendio la valle ritorna pianeggiante e lo rimane fino ai piedi della seraccata del Labyrinth, visibile sulla sinistra (1h 45'). Sullo sfondo a sinistra la parete Nord della Cresta Aguzza, mentre sulla destra la mole della severa parete Est del piz Bernina
Qui pieghiamo tutto a sinistra risalendo il pendio che nella foto precedente rimane nascosto dalle rocce ed evitando così la zona crepacciata.
Il pendio è segnato dalle tracce di alcuni sciatori scesi dalle Belleviste, ma da qui a poco toccherà a noi tracciare la via, immersi nel bianco immacolato immersi sempre più in un ambiente severo di alta montagna
Risalito quasi interamente il pendio a un certo punto pieghiamo in piano verso destra, abbandonando le tracce di discesa che risalgono il pendio fino alla zona della Fortezza, che collega con le Belleviste. Siamo a quasi 3000 metri, raggiunti dopo quasi 3h ed entriamo nella zona del "Buuch", così denominata per la presenza di numerosi crepacci. Qui è d'obbligo legarsi in due cordate e procedere con attenzione, trovandoci anche a dover batter traccia, dato che non si tratta di una via molto battuta.
Risaliamo quindi lentamente tra neve, seracchi e "buchi" anche questo pendio
e giungiamo a una nuova piana a quota 3300 metri circa ( 4h ). Qui è possibile, per quello che permette la quota, riprendere fiato. procediamo così su scarsa pendenza sull'ampio ghiacciaio puntanto diritti verso la Cresta Aguzza
che finalmente si mostra di fronte a noi in tutta la sua bellezza
Siamo a quasi 3600 metri di quota ( 5h ) e l'ambiente è grandioso e merita una buona pausa di ristoro e ammirazione. Sulla sinistra in fondo il piz Argent (m 3945), al centro la rocciosa Cresta Aguzza (m 3869) e sulla destra il piz Bernina (m 4049) sulle cui pendici è pure ora visibile il rifugio Marco e Rosa ( con alle spalle il piz Roseg ) che sorge nei pressi della forcella di Cresta Aguzza che collega con la Valmalenco.
Alle nostre spalle è possibile vedere, sulla destra e con un buon binocolo, la nostra auto.
Risaliamo l'immenso pendio innevato, su bassa pendenza, puntando verso il piz Argent, fino ad arrivare ai piedi della parete occidentale innevata del piz Zupò che iniziamo a risalire con gli sci fino al terminale, chiuso, dove decidiamo di togliere gli sci e procedere con i ramponi. Siamo a circa 3850 metri ( 6h ). Dopo aver messo i ramponi e fatto una sosta iniziamo la risalita verticale verso la vetta che raggiungiamo senza difficoltà alpinistiche ( 6h 30').
In vetta tira vento e quindi decidiamo di abbassarci per l'ultima pausa prima della lunga discesa.
La neve fino ai 3000 metri è molto buona, prevalentemente polverosa e solo in parte con lieve crosta in superficie, e ci permette una buona sciata, con un pò di attenzione a non spostarsi troppo dalle tracce nella parte crepacciata. Poi sotto i 3000 la neve, anche per l'orario, inizia a "mollare" ma rimane ugualmente ben sciabile fino alle parte finale dove diventa effettivamente quasi uno sci d'acqua....ma ormai è fatta...e senza dover racchettare più del dovuto raggiungiamo di nuovo l'auto. Un solo commento: gran scialpinistica !
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