domenica 7 aprile 2013
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All'interno del torchio di Corlazzo |
Ormai è accertata l’origine della coltura della vite e il terrazzamento a vigneto in bassa Valtellina: “...le prime notizie certe si hanno in epoca di poco anteriore al 1000”. In particolare, un bellissimo studio di Violante ha messo in evidenza nel secolo X, [...] la presenza di vigneti anche in Valtellina, soprattutto nella parte bassa e centrale della valle fino a Montagna e di una loro notevole importanza economica già all’epoca”. Lo stesso Diego Zoia scrive: “La realtà nella zona fu figlia della vite e del suo prodotto: nell’agricoltura come nelle istituzioni, come nella cultura. Senza la presenza della Vitis vinifera la Valtellina e la Valchiavenna sarebbero state,e sarebbero, qualcosa di assolutamente diverso.” E noi, poiché eredi e testimoni di tale patrimonio, abbiamo l’obbligo di mantenere e non lasciar cadere nell’oblio il sapere antico, perciò seguitiamo ad annaffiare l’albero nella speranza che germogli ancora.
Dal parcheggio del bocciodromo ci incamminiamo su via Merizzi verso N e raggiungiamo il bel ponte di Ganda, per poi seguire l'itinerario descritto a pag. 83 del n.24 de Le Montagne Divertenti.
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Il ponte di Ganda. |
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Sul tornante si prende il sentiero per Sant'Apollonia. |
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Casa Manescia. |
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Con Luciana Gaggini. |
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All'interno del torchio di Corlazzo. |
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La pentacantina a Fiascò. |
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All'agriturismo La Pecora Nera. |
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Verso Cerido. |
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Ritorno sull'argine dell'Adda. |
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Ritorno sull'argine dell'Adda. |
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Il ponte di Ganda. |
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