sabato 20 luglio 2013

Traversata delle cime di Musella (m 3094 - m 3088 - m 3092)

Bellissima traversata in cresta della costiera che divide il vallone di Caspoggio da quello di Musella, dove si trova il rifugio Carate.
Queste tre cime di serpentino sono pochissimo frequentate, nonostante scalarle sia impresa interessante.
Le relazioni che girano in letteratura di questo concatenamento sono a dir poco fantasiose e ne sottostimano le difficoltà.
La traversata integrale della costiera prevederebbe anche torrione Brasile, arditissima guglia, la Sfinge, avancorpo di difficili placche, e si chiuderebbe sulla cima di Caspoggio, punto di saldatura con la dosale NS che dal pizzo d'Argento cala sul Sasso Moro, ma oggi la roccia bagnata ci ha rovinato i piani. Tuttavia già così si tratta di una arrampicata lunga e impegnativa.

Qui trovate la relazione della traversata integrale - quella fino alla cima di Caspoggio.
Qualche passaggio, rivedendolo, l'ho gradato diversamente.

La costiera delle cime di Musella da N.
Mappa a cura di Matteo Gianatti. (c'è un errore: la cima di Caspoggio è sopra la doppia L di Musella e non in basso...)
Partenza: Campo Moro, piede della diga (m 1950).
Itinerario automobilistico: da Sondrio prendere la SP15 della Valmalenco in direzione Lanzada. Alla rotonda in località Vassallini scegliere la prima a dx, attraversare Lanzada (15 km) e seguire le indicazioni per Franscia (5 km), da cui altri 5 km di tortuosa strada asfaltata guidano fino a Campo Moro. Si può lasciare l'auto nel parcheggio sottostante al bar Poschiavino e al rifugio Zoia, oppure scendere in auto al piede della diga.
Itinerario sintetico: Campo Moro - rifugio Carate - bocchetta delle Forbici - cima occidentale di Musella (m 3094) - cima Centrale di Musella (m 3088) - cima orientale di Musella (m 3092) - ghiacciaio di Caspoggio - bocchetta delle Forbici - Campo Moro.
Tempo previsto: 14 ore.
Attrezzatura richiesta: corda (60 m), casco, imbraco, piccozza, ramponi, cordini, serie di friend.
Difficoltà/dislivello in salita: 5- su 6 / oltre 1300 m.
Dettagli: AD+. Via molto lunga e aerea su roccia soda e abrasiva. Possibili tratti di neve. Passi fino al IV+.
Mappe consigliate:
Carta Escursionistica Valmalenco, 1:30000;
Kompass n. 93, Bernina, 1:50000;
CTS n.1277, Piz Bernina, 1:25000.
Numeri utili: rifugio Carate (0342 452560), rifugio Marinelli (0342 511577)

Le cime di Musella e il nostro tracciato da S.

Partendo dal piede della diga di Campo Moro in circa 2 ore siamo alla bocchetta delle Forbici, pochi metri sopra il rifugio Carate (m 2636).
Ha piovuto di bestia stanotte. In giro è tutto slozzo. Anche noi lo siamo per l'umidità che ci fa sudare.

Il lago delle Forbici ai piedi della bocchetta delle Forbici (foto del mattino dopo).

Attacchiamo la cresta direttamente da lì, per evitarci i traversi su neve cattiva che ci separano dal monumento degli Alpini, punto di partenza usuale della traversata.
Appoggiamo inizialmente sui detriti di sx, poi, dopo un centinaio di metri ci portiamo sul versante della Carate e per cenge erbose ci dirigiamo verso il canale che scende a dx (per chi guarda da S) del primo avancorpo della cima occidentale di Musella. La roccia fiorita di licheni è bagnata. Sembra saponata e i piedi continuano a scivolare.
Un diedro/camino e una cengia obliqua ci fanno aggirare dal basso una torre giallastra, poi, a ridosso del canalone, grazie a una cengia obliqua, esposta ed interrotta in un paio di punti da passi su roccia, raggiungiamo la cresta principale. Appoggiando quasi sempre a N (II/III), per blocchi e rocce fratturate, saliamo su una grossa torre (m 2990) a cui segue un tratto pianeggiante su placconate. È inquietante constatare che il margine roccioso della cresta è tutto a sbalzo: ce ne accorgiamo perche una crepa a 3 metri dal bordo lascia vedere il profondo precipizio che ci sta sotto.
Il successivo gendarme non può esser vinto frontalmente, così lo aggiriamo a sx entrando in un caratteristico tunnel oggi occluso dalla neve. Ne usciamo arrampicandoci su lamoni staccati (IV-), quindi per un muro a tacche improteggibile (6m, IV) eccoci di nuovo sullo spartiacque.
Disarrampicando su serpentino tagliente caliamo in una breccia, da cui per un canale sul lato S (III+, fettuccia di calata) aggiriamo la successiva torretta. Siamo così ai piedi dell'edificio sommitale della cima di Musella occidentale. Per blocchetti ci alziamo di una decina di metri (sx), quindi entriamo in un alto camino/corridoio che sbuca sul versante opposto.
Saliti direttamente in opposizione sulle due facce (IV+) per 4 metri, ci spostiamo a dx in un diedro, al termine del quale una gorillata su lama ci ridà la cresta aerea. Con lo zaino pesante (vorrei tentare il canalone Folatti domani ed ho con me i ferri da ghiaccio) si fa molta più fatica del necessario.
Incontriamo un cordone di sosta.
Con poca pendenza e tanti giochi di equilibrio in breve eccoci sulla vetta (cima di Musella occidentale, m 3094, ore 4 dalla bocchetta delle Forbici).
Una profonda breccia interrompe la dorsale e per scenderci disarrampichiamo per cenge, placche e diedri del lato N (III+). Torniamo quindi sulla faccia NE della torre, dove attrezziamo una calata su spuntone (30m). Attraversiamo la sella, da cui cala un canale nevoso verso N, superando due emergenze (appoggiarsi sempre a S, III+). Siamo alla base della cima centrale.
Dapprima traversando a NE per cenge di roccia ed erba, rimontiamo per percorso non obbligato la china di serpentino fino in vetta (cima centrale di Musella, m 3088, ore 1:30).
Dapprima sul filo, alla vista di un cordino per le calate 20 metri sotto la vetta, ci spostiamo sul lato S dove disarrampichiamo fino ad una forcella (III+). Di qui parte una cengia obliqua che ci deposita sui pendii nevoso detritici del versante NE del monte. Li attraversiamo in diagonale perdendo quota e mirando alla depressione nevosa a cui culmina il ghiacciaio (m 2991).
Per sfasciumi saliamo sul primo avancorpo della cima orientale. Il cocuzzolo per esser rimontato offre due alternative: o uno strapiombino di meno di 2 metri sulla sx, o un angusto cunicolo sulla dx.
Con lo zaino addosso la prima è l'unica fattibile.
Segue una cresta in discesa, poi in piano che accompagna alle placconate conclusive.
Giovanni è in scarponi, io per questo tratto ho messo le scarpette che rendono tutto molto semplice.
Un tiro da 60 metri (III+/IV-) e il filo piega a sx. 25 metri e siamo in vetta (cima orientale di Musella, m 3092, ore 1:30).
Il tempo a nostra disposizione è finito, così vado in perlustrazione verso l'avancorpo N. Lo raggiungo percorrendo 20 metri di cresta e di lì scendendo un canale sulla dx (III). Mi abbasso di 30/40 metri, dove una comoda cengia di erba e detrito, mi porta a dei blocchi e delle placche da cui tocco l'anticima (m 3070). A E di essa vi è una placconata che digrada verso N. È lì che andrebbero fatte le 3 calate da 30 metri per poi arrivare alla breccia successiva, quella ai piedi del temibile torrione Brasile, arditissima guglia rocciosa strapiombante. Ma noi abbiamo lasciato lo zaino alla bocchetta tra l'orientale e la centrale, così torniamo sui nostri passi.
Dalla bocchetta ci abbassiamo sul ghiacciaio traversando a dx per evitare la zona più ripida.Quindi, al piede lella cresta che scende a N della cima orientale, viriamo in direzione Marinelli.
Ai laghetti io e Giovanni ci separiamo: lui torna a Campo Moro, io vado in Marinelli per la notte. Il Caspoc' è lì che mi aspetta.
C'è moltissima gente al rifugio, oltre 140 persone. Mi viene assegnata una camera con un alpinista solitario. Non male, pare una persona a modo e che dovendosi svegliare pure lui presto mi lascerà dormire.
Ci sono altre 3 cordate dirette al Folatti, un ripidissimo canale di ghiaccio (85° il tratto finale) che scende tra il pizzo d'Argento e la Cresta Güzza. Riusciremo ad attaccarlo solo se stanotte rasserena e la neve ghiaccia, altrimenti è troppo arrischiato a causa delle scariche di sassi e neve.
A mezzanotte appaiono in camera due personaggi dicendo che gli è stata assegnata la 27.
Fanno un baccano tremendo, poi il più giovane se ne va e lascia quell'altro che russa e scoreggia da fare schifo. Il metano che emette è talmente puzzolente che mi viene da vomitare.
A mezzanotte e mezza torna anche il suo compare a far baccano per accertarsi che nessuno dorma e , adagiatosi in branda alterna il respiro affannoso al frenetico mandare messaggi col cellulare.
I minuti passano uno alla volta.
Medito addirittura di uscire all'aperto che, anche se cmq non dormirò, almeno non soffocherò per puzza e rabbia.
Alle 2 attacca un potente temporale.
Alle 3, come da accordi, son giù a far colazione. Arrivano anche gli altri folattisti, ma la pioggia e il caldo portano un verdetto inequivocabile: si rinuncia.
Caspoc' porterà la morosa a fare un giro sul Bernina, idem faranno gli altri.
Io di Bernina non ne ho proprio voglia, per cui giro i tacchi e vado al lago delle Forbici ad aspettare l'alba.
Poi me ne tornerò a casa e, se non piove, mi porterò avanti col fieno: venerdì arriva il Poggi con l'imballatrice, è già ora di segare il secondo!

Le cime di Musella dal rifugio Marinelli.
Il rifugio Carate e il monte delle Forbici dalla cresta della cime di Musella.

Uscita dal tunnel sulla cima occidentale.
Sul camino sotto la cima occidentale.
Uscita dal camino sotto la cima occidentale.
Linea di discesa dalla cima occidentale.
Il rifugio Marinelli dalla cima centrale di Musella.
Linea di discesa dalla cima centrale di Musella.
Il torrione Brasile dalla cima orientale di Musella.
Beno sull'avancorpo settentrionale della cima orientale di Musella.
Cunicolo sulla cima orientale.
Ai piedi dell'avancorpo n della cima orientale.
Sul ghiacciaio di Caspoggio. Sullo sfondo a dx la cima centrale di Musella.
Le cime di Musella dal rifugio Marinelli.

2 commenti:

  1. Fatta 20 anni fa con mio cognato Luciano, 11 anni fa con Cecco, un compagno ai corsi Guida, 4 anni fa con un cliente. Bellissima e suggestiva traversata con scenario grandioso. Sempre salito il Torrione Brasile, una fiamma in miniatura, più impegnativa di quello che si potrebbe pensare. Tempi impiegati in media meno delle 14 ore. Consigliatissima

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  2. Ciao Ivan, mi ricordo che ci siamo incontrati 3 anni fa quando con Andrea avevo bruciato l'ennesimo tentativo di farla da O a E arrestandoci alle sole cime di Musella, e tu ci avevi raccontato quanto fosse interessante specialmente la parte che ci mancava. Questa volta così ho deciso di battere il ferro finchè era caldo e 5 giorni dopo ho chiuso il giro: http://lemontagnedivertenti-diario.blogspot.it/2013/07/in-vetta-al-torrione-brasile-uno-dei.html
    Confermo tutte le buone impressioni di cui scrivi: è una traversata che meriterebbe di essere promossa come una delle più belle della Valmalenco, sia per panorama che per divertimento!
    Poi se uno si rompe in meno di un'ora è in Marinelli a mangiar costine e polenta...

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