Il paesaggio e l'ambiente sono grandiosi, le difficoltà mai estreme, per cui è un ottima salita per chi vuol fare una prima avventura su vie lunghe.
Essere appesi su un granito lavorato a 2800 metri, con vista sui laghi di Como, Novate e Dascio è un'esperienza unica e consigliabilissima.
Partenza: Mezzolpiano (m 300).
Itinerario automobilistico: da Novate Mezzola (circa 10 km dal trivio Fuentes) imboccare
sulla dx, poco dopo la stazione ferroviaria, la strada per la frazione di Mezzolpiano (m 300), dove si posteggia l’auto.
Itinerario sintetico: Mezzolpiano (m 300) – San Giorgio (m 748) - Tracciolino - Cola (m 1018) - In Cima al Bosco - alpe Ladrogno (m 1700) - bivacco Casorate Sempione (m 2100) – Sasso Manduino (m 2888) per lo spigolo O - discesa per la via normale - alpe Talamucca (m 2070) - Frasnedo (m 1285) - Piazzo (m 660). [variante Beno: dai piedi della parete E del Mandioni - rifugio Volta - bocchetta di Spassato (m 2800) - bivacco Casorate Sempione (m 2100) - Cola - Mezzolpiano (m 300)]
Tempo previsto: 15 ore per l’intero giro (+ 2:30 ore variante bocchetta di Spassato).
Attrezzatura richiesta: corda (60 metri), casco, imbraco, cordini, fettucce, friend (una serie fino al 2), nut, eventualmente ramponi per l’attacco. Soste attrezzate.
Difficoltà: 4.5 su 6.
Dislivello in salita: oltre 2600 m. + 600 metri per la variante dalla bocchetta di Spassato.
Dettagli: AD+. Scalata molto interessante su roccia (IV+) di buona qualità (tranne nell’avvicinamento allo spigolo). 9 tiri di corda dalla bocchetta del Manduino. Se li si fa lunghi ne bastano 7.
5 calate da 15, 30, 30, 15, 30 sulla normale (versante E).
Accesso lunghissimo.
Un'allegra compagnia di 6 si avvia verso mezzogiorno sul sentiero per San Giorgio. Beno ci fa strada sui tornanti che conducono al piccolo paese incastonato fra le cime della val Codera. 3 ragazzi israeliani ci seguono con facilità, questa è per loro l'ultima tappa di un viaggio a spasso per l'Europa iniziato oltre 2 mesi fa. Le domande sul loro viaggio si alternano alle improvvisate spiegazioni su flora, fauna e cultura alpina permesse dal nostro inglese malconcio.
A San Giorgio consultiamo la mappa alla ricerca della via più breve per salire in val Ladrogno. Intercettiamo il Tracciolino poi su verso Cola, dove ci fermiamo per la pausa pranzo. Il paese è un'oasi di pace tra coltivazioni secolari di castagno e orti testimoni della volontà di non abbandonare la montagna. Alcune baite sono aperte, pure la chiesetta secentesca dove si è appena tenuto il battesimo dei nipoti di una signora, che a quanto pare è la maggior possidente in queste terre con ben 3 baite ristrutturate con ogni cura. 3 signore gentilmente ci offrono un caffè, della grappa e ci confermano l'esistenza del sentiero che da Cola sale alla magica baita della località "In cima al bosco", sempre di proprietà della regina di Cola.
Ristorati ci incamminiamo, la strada è ancora lunga. Risaliamo la val Ladrogno e nelle ultime luci del tramonto raggiungiamo il bivacco Casorate-Sempione.
Il bivacco è vuoto, ma la presenza di alcuni sacchi a pelo indica che ci sono alpinisti ancora in via. Stiamo cenando. È buio quando sono di ritorno, si tratta di ragazzi del CAI di Sondrio che hanno fatto lo spigolo e sono scesi in doppia dalla via attardandosi forse un po' troppo.
La serata prosegue con il taglio della torta al cioccolato bagnata da un brindisi all'acquavite. L'inglese di Beno diventa più fluente al calare del liquido nella bottiglietta.
La notte passa tranquilla, nessuna levataccia dato che la sveglia suona alle 7. Ci avviamo che son quasi le 8 traversando verso le pendici del Manduino. Scavalchiamo un paio di vallette e saliamo avvicinandoci alla parete senza difficoltà. Saltiamo quelli che le relazioni descrivono come 2 tiri in un canale di sfasciumi: è inutile legarsi. In cima al canale c'è una "finestra" che consente di gettare lo sguardo sull'altro versante della montagna (valle di Revelaso).
Ci imbraghiamo e cerchiamo di intenderci con gli amici israeliani sui segnali da fare per gestire le manovre di cordata. Parte Beno che recupera Yotam e Ghedi, seguo io che recupero l'altro Yotam.
Sasso Manduino, spigolo ovest. Foto 2009. |
Partenza: Mezzolpiano (m 300).
Itinerario automobilistico: da Novate Mezzola (circa 10 km dal trivio Fuentes) imboccare
sulla dx, poco dopo la stazione ferroviaria, la strada per la frazione di Mezzolpiano (m 300), dove si posteggia l’auto.
Itinerario sintetico: Mezzolpiano (m 300) – San Giorgio (m 748) - Tracciolino - Cola (m 1018) - In Cima al Bosco - alpe Ladrogno (m 1700) - bivacco Casorate Sempione (m 2100) – Sasso Manduino (m 2888) per lo spigolo O - discesa per la via normale - alpe Talamucca (m 2070) - Frasnedo (m 1285) - Piazzo (m 660). [variante Beno: dai piedi della parete E del Mandioni - rifugio Volta - bocchetta di Spassato (m 2800) - bivacco Casorate Sempione (m 2100) - Cola - Mezzolpiano (m 300)]
Tempo previsto: 15 ore per l’intero giro (+ 2:30 ore variante bocchetta di Spassato).
Attrezzatura richiesta: corda (60 metri), casco, imbraco, cordini, fettucce, friend (una serie fino al 2), nut, eventualmente ramponi per l’attacco. Soste attrezzate.
Difficoltà: 4.5 su 6.
Dislivello in salita: oltre 2600 m. + 600 metri per la variante dalla bocchetta di Spassato.
Dettagli: AD+. Scalata molto interessante su roccia (IV+) di buona qualità (tranne nell’avvicinamento allo spigolo). 9 tiri di corda dalla bocchetta del Manduino. Se li si fa lunghi ne bastano 7.
5 calate da 15, 30, 30, 15, 30 sulla normale (versante E).
Accesso lunghissimo.
Tramonto sullo spigolo SO del Sasso Manduino. |
Un'allegra compagnia di 6 si avvia verso mezzogiorno sul sentiero per San Giorgio. Beno ci fa strada sui tornanti che conducono al piccolo paese incastonato fra le cime della val Codera. 3 ragazzi israeliani ci seguono con facilità, questa è per loro l'ultima tappa di un viaggio a spasso per l'Europa iniziato oltre 2 mesi fa. Le domande sul loro viaggio si alternano alle improvvisate spiegazioni su flora, fauna e cultura alpina permesse dal nostro inglese malconcio.
Mappa del percorso (in realtà noi non siamo saliti da Codera, ma questa l'avevamo già in casa pronta!) |
A San Giorgio consultiamo la mappa alla ricerca della via più breve per salire in val Ladrogno. Intercettiamo il Tracciolino poi su verso Cola, dove ci fermiamo per la pausa pranzo. Il paese è un'oasi di pace tra coltivazioni secolari di castagno e orti testimoni della volontà di non abbandonare la montagna. Alcune baite sono aperte, pure la chiesetta secentesca dove si è appena tenuto il battesimo dei nipoti di una signora, che a quanto pare è la maggior possidente in queste terre con ben 3 baite ristrutturate con ogni cura. 3 signore gentilmente ci offrono un caffè, della grappa e ci confermano l'esistenza del sentiero che da Cola sale alla magica baita della località "In cima al bosco", sempre di proprietà della regina di Cola.
Relax a Cola |
Ristorati ci incamminiamo, la strada è ancora lunga. Risaliamo la val Ladrogno e nelle ultime luci del tramonto raggiungiamo il bivacco Casorate-Sempione.
L'alta val Ladrogno e il Sasso Manduino dall'alpe Ladrogno |
Tramonto sul Sasso Manduino. |
Tramonto infuocato in val Ladrogno. |
Cena festosa al Casorate Sempione. |
Notte agitata al bivacco Casorate Sempione. |
Il bivacco è vuoto, ma la presenza di alcuni sacchi a pelo indica che ci sono alpinisti ancora in via. Stiamo cenando. È buio quando sono di ritorno, si tratta di ragazzi del CAI di Sondrio che hanno fatto lo spigolo e sono scesi in doppia dalla via attardandosi forse un po' troppo.
La serata prosegue con il taglio della torta al cioccolato bagnata da un brindisi all'acquavite. L'inglese di Beno diventa più fluente al calare del liquido nella bottiglietta.
La notte passa tranquilla, nessuna levataccia dato che la sveglia suona alle 7. Ci avviamo che son quasi le 8 traversando verso le pendici del Manduino. Scavalchiamo un paio di vallette e saliamo avvicinandoci alla parete senza difficoltà. Saltiamo quelli che le relazioni descrivono come 2 tiri in un canale di sfasciumi: è inutile legarsi. In cima al canale c'è una "finestra" che consente di gettare lo sguardo sull'altro versante della montagna (valle di Revelaso).
Avvicinamento, parte iniziale tra zolle erbose |
Avvicinamento, parte intermedia |
Avvicinamento, nei pressi della parete |
Ci imbraghiamo e cerchiamo di intenderci con gli amici israeliani sui segnali da fare per gestire le manovre di cordata. Parte Beno che recupera Yotam e Ghedi, seguo io che recupero l'altro Yotam.
Arrampichiamo in un ambiente che nessuna descrizione può esaudire. Le difficoltà sono contenute, i tiri si alternano veloci con protezioni molto lunghe. Alle 13 siamo in vetta.
Qualche foto ad uno dei panorami valtellinesi più belli ed iniziamo la discesa con 5 calate in corda doppia su soste attrezzate con cordini o chiodi. Al termine delle calate si segue la normale di salita fino ai pianori sassosi alla base della montagna. Qui ci separiamo: Beno risalirà veloce al passo di Spassato (primo tratto oltre il passo su sfasciumi piuttosto pericolosi perchè gelati) e da lì di nuovo al Bivacco Casorate-Sempione a recuperare il materiale lasciato, e pure la sua ragazza Gioia, noi scendiamo diretti per la val dei Ratti nella calda luce del tramonto. Ci ritroviamo a Novate alle 21, quando le tenebre sono già calate e la fame è tantissima.
Note di Beno: rispetto alla mia salita del 2009, in via siamo stati più aderenti allo spigolo. Al 3° tiro c'è una cengia erbosa. 4 metri sulla sx inizia un canale poco marcato che riporta in cresta alla sosta senza difficoltà particolari. L'altra volta mi ero spostato troppo a sx ed ero sparato su dritto per placche non proteggibili (V-) attirato da un cordone bianco in parete.
Ci siamo divisi in due cordate, una tirata da Pietro e una da me. I ragazzi israeliani non avevano le scarpette, ma si sono divertiti tantissimo lo stesso, specie perchè dotati di forza nelle braccia e privi di pregiudizi verso il vuoto.
Pure le doppie questa volta son state più veloci: dalla vetta ne si fa una di 15 metri che deposita nella valletta sotto la cima. Qui una matassa di cordini indica l'inizio della seconda che è giù dritta per la valletta. Idem la terza, poi traversiamo a dx (faccia a valle), e una breve calata supera un camino. A questa segue l'ultima doppia su placconate. Zigzaghiamo per portarci nel canale di dx e lo scendiamo fino alla porta da cui per pascoli e roccette scendiamo (dx) al poggio da ui parte una rampa/canale sulla sx che deposita in valle dei Ratti fuori da ogni pericolo.
Sul primo tiro dello spigolo |
Uscita del 3° tiro |
Placche sul 5° tiro |
Arrampicata in ambiente indescrivibilmente bello |
Ultimo tiro |
L'addestramento nell'esercito israeliano ha dato buoni esiti |
Foto in vetta |
Panorama dalla vetta sulla Valchiavenna. A destra spicca il Pizzo di Prata |
Panorama dalla vetta sulla valle dei Ratti dalla vetta del Manduino |
Calata in corda doppia |
Discesa dal Sasso Manduino lungo la normale (valle dei Ratti) |
L'alta val dei Ratti con il bivacco Volta |
Arrivederci Manduino! |
Ci siamo divisi in due cordate, una tirata da Pietro e una da me. I ragazzi israeliani non avevano le scarpette, ma si sono divertiti tantissimo lo stesso, specie perchè dotati di forza nelle braccia e privi di pregiudizi verso il vuoto.
Pure le doppie questa volta son state più veloci: dalla vetta ne si fa una di 15 metri che deposita nella valletta sotto la cima. Qui una matassa di cordini indica l'inizio della seconda che è giù dritta per la valletta. Idem la terza, poi traversiamo a dx (faccia a valle), e una breve calata supera un camino. A questa segue l'ultima doppia su placconate. Zigzaghiamo per portarci nel canale di dx e lo scendiamo fino alla porta da cui per pascoli e roccette scendiamo (dx) al poggio da ui parte una rampa/canale sulla sx che deposita in valle dei Ratti fuori da ogni pericolo.
Ciao ,
RispondiEliminaNoi stiamo per andare a fare lo spigolo del manduino : volevo chiederti come sono le soste sulla via di salita , e se i tiri sono da 50 metri.
Grazie e buona giornata,
Paolo Toigo
La corda da 50 basta, ma da 60 è più comoda che si saltano un paio di tiri.
EliminaLe soste sono generalmente buone e attrezzate.
Buona gita!
Commovente dopo tante montagne scalate. Rivedere questi luoghi. Ti riempi il cuore di gioia.!
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