L'ombrosa testata della val Caronella è coronata dal monte Torena (m 2911) e dalle cime di Caronella, sulla cui occidentale abbiamo diretto le nostre mire scialpinistiche. Si tratta di una salita di medio impegno che si conclude appoggiandosi al versante bergamasco del monte.
Purtroppo il paesaggio è sempre rovinato da un imponente elettrodotto che attraversa la valle e che all'incirca ricalca la linea di salita fino al passo di Caronella.
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Il tracciato per il passo di Caronella dalla val Caronella a m 2350, dove con la sonda abbiamo misurato 2 metri di neve al suolo. |
Partenza: Carona (m 1145).
Itinerario automobilistico: da Sondrio, percorrendo la SS 38 in direzione di Tirano, a 10 km circa dal capoluogo ci si ritrova a San Giacomo di Teglio. Qui bisogna svoltare a dx (indicazione per Castello dell’Acqua e Carona), superare un ponte sul fiume Adda e proseguire verso Carona (sx - a dx sale la strada per Castello dell’Acqua).
Dopo circa 11 chilometri, ignorate diverse deviazioni, si arriva a Carona, dove si lascia l’auto.Il paese oggi frazione di Teglio, un tempo importante centro agricolo nelle Orobie orientali.
Itinerario sintetico: Carona (m 1145) - Prà di Gianni (m 1339) - Prà della Valle (m 1363) - alpe Caronella (m 1858) - passo di Caronella (m 2612) - cima di Caronella occidentale (m 2850).
Tempo di percorrenza previsto: 5/6 ore per la salita.
Attrezzatura richiesta: sci o ciaspole, ramponi, piccozza, kit antivalanga.
Difficoltà: 3+ su 6.
Dislivello in salita: 1705 m.
Dettagli: la cresta finale è un po' aerea, OSA la discesa dalla vetta per il versante SO dove la pendenza sfiora i 40° per un breve tratto, BS invece per il passo di Caronella.
Carona, m 1145, frazione di Teglio, è uno dei tanti paesi/villaggi non più abitati tutto l'anno della sponda orobica. Chiesa, municipio e case ben tenute e destinate a brevi vacanze. Una volta il paese era un nodo cruciale dei collegamenti tra Aprica e val Seriana. Oggi a di queste antiche percorrenze rimane solo una scritta su un muro ad indicare il crocevia. Le carovane di merci sono state rimpiazzate da imponenti tralicci dell’alta tensione che portano oltre la dorsale orobica gli elettroni eccitati dalle acque valtellinesi e svizzere.
Arriviamo a Carona dove il ghiaccio impone di parcheggiare l'auto. Sono in astinenza da gite con gli sci: le ultime uscite, tra cui un tentativo a un fantastico canalone in val Fontana, si sono risolte in poca neve e sciate che non arrivavano ai 1000 metri di dislivello.
Sci ai piedi abbandoniamo il paese entrando nella valle Caronella (dx) e seguiamo il percorso della strada che con larghi tornanti sale fino a Pra di Gianni (m 1339).
Attraversato il torrente, incrociamo il classico itinerario di consolazione per la malga Dosso (m 1892) e la cima Lavazza (m 2411). Noi invece pieghiamo a dx e seguiamo il corso del torrente. Attraversiamo da N a S tutto il lungo piano che porta a Pra della Valle (m 1363), tranquilla e bucolica piana erbosa attraversata da un fresco torrente dove amano sostare d’estate frotte di feticisti del pic-nic. Fin qui le nostre orme si sono sovrapposte a quelle di qualche fenomeno con la gip che ha voluto testare l'aderenza del suo fuoristrada sulla neve.
Su una baita c'è un bizzarro cartello che avverte i malintenzionati del fatto che la zona è videosorvegliata. Saliamo nel bosco per infine spostarci sulla sx idrografica dove un tratto ripido tra gli abeti ci eleva sopra il gradino roccioso che interrompe la valle e dà origine una maestosa cascata.
Su pendenze più dolci ci introduciamo nella parte alta della val Caronella dominata dal monte Torena e dalle cime di Caronella, dove l’edificio dell’A.E.M., anticipa la malga Caronella (m 1858, ore 2:30), alle cui spalle, nascosta da piccole formazioni rocciose, si distende l’ampia alpe Caronella, tutt'oggi caricata d'estate come testimoniano cartelli di vendita di prodotti caseari.
Seguendo i tralicci della corrente prendiamo a dx in direzione del passo di Caronella.
Grosse masse di neve accumulate nel fondovalle ci ricordano che fino a 3 giorni fa il pericolo valanghe era 4 e che grosse masse spontaneamente sono rovinate a valle dai ripidi costoni laterali. Per evitare i tratti più ripidi, puntiamo inizialmente al passo dell’Omo, via di accesso per la contigua val Bondone, quindi pieghiamo a sx, e, seguendo sempre i soliti tralicci, dopo vari dossi arriviamo al passo di Caronella nei pressi del quale vi è il rifugio A.E.M.
Scendiamo di qualche metro in bergamasca, dove la cima di Recastello e il lago superiore del Barbellino fanno capolino. Ci portiamo ai piedi del versante SO della cima occidentale di Caronella, che attacchiamo da sx (O) per rimontarne la cresta occidentale prima dell'anticima O.
C'è molto caldo e il vento a tratti ha liberato le rocce, lì pronte a rigarci gli sci.
Sulle cresta vicine i camosci si rincorrono e cercano un po' di fieno selvatico.
Ai piedi della vetta, una breve rampa impone anche all'accanito Giovanni di levare gli sci prima di abbracciare l'ometto di vetta (cima occidentale di Caronella, m 2850, ore 3).
C'è un bel paesaggio e anche un bel vuoto sul lato valtellinese. Scruto i vari canaloni che si inabissano a N e che dalla val Caronella mi erano parsi sciabili. Ma oggi nessuno è ispirato.
Per la discesa prendiamo per qualche metro la cresta S a piedi, poi inforchiamo le assi e dopo una decina di imprecazioni causa sassate, entriamo nella vallecola colma di neve che ci riaccompagna sulla traccia dell'andata che seguiamo anche in discesa.
Sul versante valtellinese del passo di Caronella ci manteniamo a dx, ai piedi del versante delle cime di Caronella, per calare nella conca dell'alpe attraverso un ripido canale valanghivo colmo di neve e da lì su neve sempre peggiore, gelata e piena di gobbe, torniamo all'auto.
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Le cime di Caronella e l'impattante elettrodotto che segna la valle. |
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Sulle Retiche il tempo è brutto, mentre nelle Orobie sono sole e caldo a farla da padroni. |
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Val Caronella. |
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Verso il passo di Caronella. |
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In rosso la linea di salita, in azzurro quella di discesa per il ripido versante SO viste dal passo di Caronella. |
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In rosso la linea di salita, in azzurro quella di discesa per il ripido versante SO. |
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Verso l'anticima. |
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Il ripido pendio per l'anticima. |
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L'anticima. |
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Quasi in vetta. |
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Giovanni in vetta. |
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In discesa dalla vetta. |
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Dalla vetta: i primi 50 metri sono a piedi che non c'è neve e affiorano sassi trita-sci ovunque! |