sabato 25 gennaio 2014

Monte Combolo (m 2902)

Il tracciato per la vetta del Combolo visto dal monte Calighè.

Finalmente, dopo tanti anni che l'avevo in mente e un fallito tentativo notturno del 2010, ho raggiunto e sceso con gli sci la vetta del Combolo (m 2902) dalla val Fontana  in compagnia dell'amico Giovanni. Gita super!
Non è un'escursione difficile, ma molto lunga e abbastanza ripida nell'ultimo tratto (max 40°), nonchè molto tecnica nella prima parte dove si vince per uno stretto bosco il salto roccioso che sospende la valle del Combolo.
E allora perché nessuno la fa? Forse per la difficoltà ad individuare il tracciato, forse perché gli scialpinisti snobbano la val Fontana, forse per i pendii spesso interessati da grandi valanghe... forse perché pochi conoscono questo paradiso per lo scialpinismo o forse, come avevo già scritto una volta, perché son luoghi troppo belli per chi si accontenta delle solite gite affollate!



Partenza: siamo riusciti a salire qualche tornante oltre il ponte di Premelè (m 1100 ca.).
Itinerario automobilistico: da Sondrio prendere la strada Panoramica per Teglio (SP21). Si passano Montagna (al km 2), Poggiridenti (al km 4) e Tresivio (al km 5,5). Giunti a Ponte, alla chiesetta di San Gregorio (al km 9), svoltare a sx per Teglio (SP76). Dopo una breve salita, immettersi sulla strada a sx che porta in val Fontana (al km 9,4). Si attraversano i meleti appena oltre la chiesetta di San Rocco si ignora la svolta sulla sx per San Bernardo. Si seguita sulla stretta via asfaltata che s'addentra in val Fontana. Si parcheggia appena al di là del ponte di Premelé (in assenza di neve si può proseguire in auto verso il rifugio Erler).
Itinerario sintetico: Sant'Antonio (m 1200) - Campello/rifugio Erler (m 1450) - alpe Combolo (m 1994) - monte Combolo per il versante S  (m 2902)
Difficoltà/dislivello in salita: 3.5 su 6 / oltre 1800 m.
Tempo previsto: 6 ore per la salita.
Attrezzatura richiesta: da scialpinismo, rampanti, kit antivalanga, ramponi e piccozza potrebbero tornare utili.
Dettagli: OSA. Pendenze fino a 40°. Da affrontarsi solo con neve assestata!

Mercoledì ero sul monte Calighè, sognando invece di essere in cima alla montagna che avevo di fronte: il monte Combolo. Ho appurato che le condizioni della neve e dei pendii erano perfette, o meglio, sicure. Che la neve fosse difficile e pesante ben lo sapevo, ma il mio desiderio era di trovarmi nei selvaggi scenari del vallone del Combolo, o godere dello splendido panorama che si ha dalla vetta, salendo su un terreno vergine, senza nè tracce, nè voci altrui.
Per questo non ho mai pubblicato la foto che attestava le condizioni del versante, nella fantasiosa convinzione che altrimenti qualcuno avrebbe disegnato una traccia a scalfire la perfezione di quella pala a SE della vetta.
La sera prima di partire sento Giovanni, che era poco convinto perchè il bollettino valanghe si presentava preoccupante: accumuli da vento sui versanti S e lastroni che partono con breve sovraccarico.
Io invece ero ottimista e sarei comunque  partito per la meta prescelta. 
Ciò basta a convincere anche Giovanni, e alle 8 meno 10 stiamo marciando sulla poca neve che copre il fondo della val Fontana. Poca, ma gelata e portante. Presto arriva Campello (m 1450), dove si trova il rifugio Erler, dedicato al finanziere Massimo Erler e gestito dagli Alpini di Ponte in Valtellina.
Di qui prendiamo a dx e puntiamo a E al margine tra il bosco e la radura, dove un ripido pendio ci alza di 150 metri, quindi sulla sx troviamo il passaggio per rimontare il gradino basale della valle del Combolo.
Altri 150 metri tra alberi e malefici maross ci accompagnano in cima al dosso di quota 1700 (ometti di pietra, ore 1:30). Un traverso nel fitto bosco di larici ci regala il centro della valle del Combolo, dove il greto del torrente d'inverno muta la sua funzione in colatoio valanghivo.
Il sentiero salirebbe per la pecceta sulla sx, ma noi insistiamo nel solco e con innumerevoli e strettissime inversioni guadagniamo  200 metri di quota, per uscire a sx e trovare al margine superiore di un'ampia radura i ruderi dell'alpe Combolo (m 1994, ore 1): stallone e baite diroccate, ma con una struttura più defilata a N che i cacciatori hanno recuperato e tutt'ora utilizzano come ricovero. Mi han detto che è dagli anni '60 che qui non si montican più le mucche.
La valle del Combolo a queste quote si divide infrangendosi contro la cima occidentale del monte Calighé. Il ramo di sx raggiunge la conca tra il Combolo e le cime del Calighè, mentre quello di dx punta al monte Brione e nella parte superiore lambisce l'arrivo dello skilift superiore di Prato Valentino. Discutiamo così sulla convenienza di fare una bella traversata che aggiri interamente il massiccio del Calighé, o che vada da Prato Valentino alla val Fontana per la valle del Combolo.
Giunge il sole che infrange i -6°C, mentre prendiam quota e usciamo dal limite delle piante. Due ondulazioni variano l'orografia del sinuoso fondovalle e anticipano la grande conca tra il Combolo e il monte Calighé. Alle nostre spalle il panorama si apre splendido sulla val Vicima e sul massiccio della vetta di Ron. Pure il pizzo Calino si mostra con un profilo alquanto ardito.
Ai piedi della bocchetta Combolina, pieghiamo a sx dove ci attendono gli ultimi 400 metri di dislivello su una pala piuttosto ripida e soggetta al distacco di grosse valanghe.
Le inversioni si fanno sempre più strette finchè a metà pendio, proprio nel tratto più ripido (40°), alcuni lastroni da vento ci suggeriscono di proseguire per due brevi frangenti a piedi e così sollecitare un po' di meno il manto.
Nel settore alto la pendenza scema decisamente.
Il vento che stamane perseguitava le cime e sollevava altissimi penacchi, s'è ora placato e solo una brezza leggera ci accoglie in cresta. Siamo sulla sella tra il Combolo e la sua anticima orientale (m 2850), caratterizzata dall'impressionante lama rocciosa su cui corre la famigerata via Cornelius. A N precipita la Svizzera.
Per fortuna il nostro Combolo è ben più docile e si lascia salire facilmente assi ai piedi. In questi ultimi metri la neve è poca e gelata. Alle 13:30 siamo in vetta al Combolo (m 2902, ore 3).
Paesaggio superbo e amplissimo, cielo terso e tanta gioia di essere in cima con gli sci e aver appurato che ciò è possibile con moderate difficoltà.
In discesa la neve è molto pesante e richiede buona gamba.
La crosta non porta, finché a m 2300 veniamo premiati da 300 metri di polvere stupenda. Più giù torna l'inferno della crosta. Sciata difficile e di cattiveria, poi sotto i m 1500 il rigelo e la pioggia hanno reso la crosta portante e, senza più molto patimento, in un pomeriggio caldissimo, scivoliamo fino alla macchina.

Per chi è interessato anche a GPS e altre diavolerie ecco la relazione multimediale di Giovanni:
http://www.camptocamp.org/outings/489208/it/piz-combul-monte-combolo-dalla-val-fontana-per-la-baita-del-combolo#images

Il tracciato per la vetta del Combolo visto dall'alpe Vicima.
Nella parte alta della valle del Combolo. Sullo sfondo la cima orientale del Calighè (foto G. Rovedatti).
Alla base della pala finale (foto G. Rovedatti).
Sulla pala (foto G. Rovedatti).
Alla sella che precede la vetta. Alle spalle di Giovanni, l'anticima E del Combolo, per cui corre la temuta via Cornelius.
Gli ultimi metri per la vetta (foto G. Rovedatti).
A pochi metri dalla vetta su neve gelata. Sullo sfondo l'Adamello.
In vetta col vento e lo splendido panorama sul gruppo del Bernina.
Pistaaaa: oltre un lastrone da vento, ai piedi della pala finale si apre un fantastico scorcio sul gruppo della vetta di Ron (foto G. Rovedatti).
Ai piedi della pala finale si apre un fantastico scorcio sul gruppo della vetta di Ron e le punte degli sci finiscono sotto la crosta infame!
Polvere nella valle del Combolo (foto G. Rovedatti).
Il rifugio Erler.
Traccia di salita dal rifugio Erler alla valle del Combolo. Tratteggiata la linea di discesa (foto G. Rovedatti).



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