Piz Minor E (m 3042), piz Alv (m 2975) e Motta Bianca

Traccia di discesa dal versante S del piz Alv.

Quando la neve è solo molto in alto, il passo del Bernina è uno dei punti di partenza preferiti dagli scialpinisti per evitare spallaggi di sci troppo lunghi.
Ed è lassù che vado col Caspoc', senza una meta precisa, ma con la sola voglia di fare belle sciate.
Imperversa un tremendo vento da N che ci preclude le cime più elevate del gruppo, avvolte da nebbie minacciose e addobbate con altissimi pennacchi.
Ci dirigiamo così sul lato settentrionale della valle, parcheggiando alla partenza della funivia della Lagalp.
Sopra di noi svetta il piz Alv, imponente cima calcarea.
La puntiamo su per pendii cosparsi di pietre emergenti, per poi entrare alti in val Minor e dirigergi sull'anticima occidentale del piz Minor, dove collaudare gli sci per una prima discesa.
Dalla bocchetta tra Minor e Alv, percorriamo la comoda groppa che senza alcuna difficoltà conduce alla vetta del piz Alv (m 2975).
Sporgersi a S e O mette un nodo in gola per gli alti precipizi, ma sono convinto che a S si passa con gli sci, così scendo a piedi un canale che par terminare nel vuoto e che, invece, dopo 40 metri, porta a un passaggio sulla dx (cengia) che, dopo un appoggio esposto sul versante O della montagna, permette di metter piede sul largo cengione che taglia la parete e digrada da O verso E fino a ricondurre sui pendii ghiaiosi basali.
Ultimata l'ispezione torniamo ottimisti in cima, dove metto velocemente gli sci e mi lancio giù dalla parete con due svizzeri da poco giunti che mi guardano increduli.
Subito dopo parte il Caspoc' ammonito dagli  scialpinisti elvetici: "Fossi in te non lo farei! Da dove vieni?"
"Valmalenco."
"Allora capisco!"
La fama degli spericolati a quanto pare si è propagata oltre le Alpi.
Impressione iniziale a parte, la sciata non è difficile.
Dopo i 40 metri di canale a 35°, pieghiamo a dx e, senza mai togliere gli sci, percorriamo in piano la stretta cengia perlustrata prima.
Arriva il passaggio chiave della discesa: per riportarci sul versante S, dobbiamo aggirare da O un salto di rocce e ciò richiede 2 curve su un colatoio di neve ripido ed esposto.
Parte il Caspoc', che al solito non ha problemi nella manovra dove non è permesso alcun errore: pena un volo di oltre 500 metri.
Io sono molto più impacciato e mi aggrappo con le mani ad ogni sporgenza rocciosa, finchè mi decido a lasciar correre le assi verso la salvezza.
Siamo sulla grande cengia inclinata del versante S e, paura delle pietre spacca sci a parte (c'è davvero poca neve sul fondo), ci godiamo un'incredibile sciata fino alla macchina.
È proprio una gran soddisfazione scendere un versante ad un primo sguardo così ostile!

Ah, la Motta Bianca? È il nostro digestivo dopo pranzo, 300 metri di dislivello dal tornante sotto il passo, giusto per risparmiare i soldi per un amaro e prenderci l'ultima ribaltata di freddo al calare del sole.

Mappa tratta da http://map.geo.admin.ch/

Il tracciato di salita alla cima O del piz Minor dalla val Minor.

Spelliamo nell'uragano.

La parte alta della discesa dal Minor, la più divertente.

Lezioni di salto: parte I.

Lezioni di salto: parte II.

La linea di discesa dal piz Alv (la foto è dell'estate 2013!)

Gli ultimi pendii ai piedi del piz Alv.

La Corna di Campo dal passo del Bernina (dida corretta grazie a segnalazione di un lettore).