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Il pizzo Badile incorniciato da una inflorescenza di Campanula alpina |
Io, Beno e Renzo abbiamo raggiunto la vetta del pizzo Badile il 31 luglio, in una giornata caldissima, passando per il rifugio Gianetti e la via normale per il versante S.
Per la salita ci sono servite 6 ore di marcia dai Bagni di Masino, 3 ore dal rifugio Gianetti (m 2534), dove ci eravamo recati per intervistare il gestore Giacomo Fiorelli, che ci ha intrattenuto con racconti e curiosità sulle immagini affisse ai muri del rifugio (l'intervista apparirà sul prossimo numero de LMD, a settembre 2017, contenente la III tappa del sentiero Roma).
La parte alpinistica si limita agli ultimi 500 metri di dislivello, dove si incontrano passi su roccia fino al III+ e numerosi altri alpinisti scalzanti pietre e che rendono prudente indossare il casco.
Questa splendida vetta è stata scelta tra le 24 più rappresentative delle Alpi nel volume Alpi Selvagge e la sua storia alpinistica è magistralmente raccontata da Mario Sertori in Pizzo Badile, LMD n.25 - Estate 2013.
Giunti in vetta abbiamo notato una cordata impegnata sulla Gaiser Lehmann alla NO del Cengalo, una via ardita aperta nel 1937 da due talentuosi e semplici ragazzi austriaci, a cui abbiamo dedicato il n.37 de LMD.
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Dai Bagni di Masino al pizzo Badile per la via normale. Tratteggiata è invece la via Molteni. |
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La via normale al pizzo Badile. |
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Salendo in Gianetti |
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La Gianetti e il pizzo Badile |
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La prima parte della via di salita |
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Renzo sulla stretta cengia che recede il camino che porta alla croce di Piatta e Castelli
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Passaggio esposto a 200 metri dalla vetta. |
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In vetta |
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In vetta. |
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Di rientro alla base |
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