sabato 15 luglio 2017

Traversata della Cresta della Reit





La Cresta della Reit è la lunghissima barriera rocciosa che forma la sx orografica della valle del Braulio. È un muro di calcare, a tratti molto friabile, che corre per quasi 7 chilometri dal passo del Crap dell’Aquila al passo dell’Ables. Le vecchie guide della regione descrivevano questa cresta come “quasi orizzontale”, ma chiunque ci abbia messo il naso in anni recenti direbbe piuttosto “molto frastagliata, ricca di pinnacoli e intagli difficili da superare”. Questa apparente contraddizione è presto spiegata: sul versante nord, oggi costituito da interminabili gande dove si rannicchiano un interessante rock glacier e i tre lobi stremati della vedretta del monte Cristallo, un tempo si sviluppava un considerevole glacialismo capace di piallare tutti i dislivelli.
Il versante meridionale, assai più imponente, domina la Valfurva con una parete friabile e verticale (a tratti strapiombante) che arriva a 700 metri di altezza. Da questo fianco sono numerose le scariche di roccia, tanto da giustificare varie leggende. Una di queste racconta che una volta il vescovo aveva benedetto la Magnifica Terra, confinando le streghe nella valle dei Vitelli. Quindi, per dimostrare il proprio disappunto, le megere getterebbero pietre dalla Cresta della Reit verso la Valfurva.
Il toponimo “Reit” è legato ai boschi di larice che ricoprono e ricoprivano il versante meridionale del massiccio al di sotto dei ghiaioni. Sulle mappe questo nome è stato quindi storpiato: “Cresta de Lareit” poi “Cresta della Reit” e infine “Cresta di Reit”.
Di tutte le elevazioni che costituiscono la dorsale, solo alcune sono state insignite di un nome. Da O a E troviamo: il Crap de Mulina (m 2409), che col suo spigolo roccioso sovrasta l’omonima frazione di Valdidentro; il Becco dell’Aquila (m 2496), imponente pilastro roccioso la cui sommità ricorda il rostro della regina dei cieli; la cima della Reit (cima di Reit sulle mappe, m 3054), quella che domina Bormio e la più occidentale delle emergenze della dorsale a superare i m 3000; il Dosso della Reit (m 3027), punto nodale in cui sulla dorsale principale si innesta lo spartiacque dividente i Geron dal bacino della vedretta orientale del Monte Cristallo; infine la quota m 3099, la maggiore della Cresta della Reit, posta non lungi dal passo dell’Ables (m 3012).

La traversata della Reit (in rosso) e in viola la traversata della sola cima della Reit.

La nostra idea iniziale era quella di compiere l’intera traversata della Cresta della Reit per proporvela sulla rivista, ma dopo averla compiuta non ci è parso il caso di propugnare come gita autunnale una roulette russa tra pinnacoli marci e ripide pietraie sdrucciolevoli. Pertanto sul prossimo numero de LMD (www.lemontagnedivertenti.com), in uscita il 21 settembre 2017, ci limiteremo a descrivere un anello che attraversa da E a O la sola cima della Reit e calca la parte più sana della catena: per chi ama Bormio o le gite inusuali è un itinerario interessantissimo.
Per quel che riguarda la nostra avventura di oggi, mostrerò solo alcune immagini, dato che la complessità del tracciato rende impossibile una descrizione esaustiva. Vi dirò solo che al massimo si incontra il IV grado, ma anche su passi di II si possono avere i brividi tant'è pessima la roccia e grandissima l'esposizione.

Verso il Becco dell'Aquila.
Al Crap de la Mulina.

Baracche al passo Pedranzini.

Hippie in cima alla Reit.

Scendendo sul versante orientale della cima della Reit.

Scorci di una cresta marcissima.

La cima della Reit dal Dosso della Reit.

Tra le quote 3075 e 3086.

In cima all'ennesimo angusto e marcissimo pinnacolo.

Si sale su pareti totalmente instabili.

Finalmente ai piedi del passo dell'Ables.

La punta del Naso e la vedretta del Cristallo.

Scendendo nella valle dei Vitelli. In primo piano fioriture di papavero alpino.








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