venerdì 26 luglio 2019

Lagginhorn (m 4010) e Fletschhorn (m 3985)

Fletschhorn, Lagginhorn e Weissmies sono i tre giganti che dominano il Sempione e dividono la valle di Gondo dalla Saasastal. In particolare il primo, con la sua enorme parete N, coperta dai ghiacci e perseguitata dalle scariche di sassi, incanta chiunque in una giornata di bel tempo scenda dal passo del Sempione verso Bondo.
Oggi avevamo in mente la traversata delle creste del Cervino, ma le previsioni pronosticavano temporali nel primo pomeriggio. Consapevoli della sconvenienza di trovarsi a 4000 metri quando Zeus è incazzato, abbiamo optato per la più facile traversata Lagginhorn-Fletschhorn con un anello da "óm". 
Non è stato affatto semplice...
Intendo dire: non è stato affatto semplice trovare dove diamine abbandonare l'auto per non usare la funivia, tanto che a un certo punto, in preda allo sconforto e stufo di guidare, ho persino pensato di scendere a Visp e farcela tutta da lì a piedi, imitando l'amico Pietro nella sua recente gita allo Strahlhorn.


Fletschhorn e Lagginhorn visti dal Breithornpass.



Partenza: Hoferälpji (m 2250).

Itinerario automobilistico: dal passo del Sempione, scendiamo in Svizzera verso Brig. Senza raggiungere Brig, in fondo alla discesa puntiamo a O (direzione Sion) e a Visp usciamo dall'autostrada svizzera e seguiamo per Zermatt e Sass Fee. Risaliamo la valle fino a Stalden, quindi prendiamo il ramo più orientale (l'altro va a Zermatt). Al termine del nucleo di Saas Balen, sulla sx s'alza la stretta strada per gli alpeggi. Per percorrerla occorre prendere il biglietto al parchimetro posto dall'altra parte della strada di valle. Quello che si deve ottenere è il biglietto per la Bergstrasse. Pigiamo perciò 2 volte il giallo, una il verde, cacciamo le monete (accetta sia franchi che euro e ne servono 10 per 24 ore) e poi diamo conferma. Il macchinario sputa l'agoniato biglietto che deve esser sempre visibile sul cruscotto dell'auto.
La stretta strada si inerpica in dx orografica. Dopo poco siamo ai piedi della suggestiva cascata che sovrasta Saas Balen. C'è un bivio. Non lasciatevi ingannare come dai cartelli escursionistici che invitano a salire a dx, bensì attraversate subito  il torrente e guidate per poco più di 7 km (misurati da Saas Balen). La rotabile è stretta e asfaltata tranne nell'ultimo tratto dove lo sono solo le curve. L'auto la potete lasciare negli slarghi che precedono Hoferälpji.

Itinerario sintetico: Hoferälpji (m 2250) - Grüebe (m 2280) - Kreuzboden (m 2398) - Weissmieshütte (m 2726; si passa nei pressi) - Lagginhorn (m 4010; salito per la crestaSO) - Fletschjoch (m 3688) - Fletschhorn (m 3985) - Grüebusee (m 2848) -  Hoferälpji (m 2250).

Tempo per l'intero giro: 14:30 ore.

Attrezzatura richiesta: scarponi, ramponi e piccozza, corda, uno spezzone di corda da 20 m per il ghiacciaio e la cresta NE del Lagginhorn.

Difficoltà:  4.5 su 6.

Dislivello in salita: 2200 metri circa.

Dettagli: Complessivamente alpinistica AD-. 
Andiamo per pezzi. La salita al Lagginhorn per la cresta SO è facile e molto battuta, complessivamente F+. Passi di I e II si alternano a sentiero tra le pietraie. La discesa per la cresta NNE al Fletschjoch, un tempo valutata come AD per la presenza di tratti innevati impegnativi, oggi è spoglia di neve e presenta passi fino al III di roccia non sempre stabile. La valuterei perciò PD+. Dal Fletschjoch al Fletschhorn F+. La discesa dalla vetta per il Grüebugletscher (PD+, pendenze fino a 35°) presenta nel primo tratto di cresta del ghiaccio affiorate , poi si è in un dedalo di crepacci e si devono avere buone capacità di muoversi in tale ambiente . Una volta lasciata a m 3600 la traccia battuta, ce la si deve cavare col proprio intuito. A m 3500 si esce dal ghiacciao su rocce lisciate e con passi di I e II, pietraie, campi di neve e un percorso da ricercare, si è nel fondovalle. 

© Swisstopo.ch
Cazzo non ho il frontalino! Dimentico qualcosa tutte le volte e porto con me la testa solo perché è obbligatoriamente attaccata al collo. Rimediamo un luce a 10 euro dai cinesi a Domodossola, assieme a un po' di pane e formaggio al supermercato.
Sempione e giù a Brig, poi Visp e su per la valle. Ramo di sx ed eccoci a Saas Grund.
Sono le 19. Ho già sonno, ma specialmente ho fame. Abbiamo fame. 
Cerchiamo un posto dove lasciare l'auto funzionale anche a prendere il sentiero per la Weissmieshütte.
Non troviamo nulla, neppure a pagamento.
Facciamo varie ronde per il paese, con un semaforo infinito che ci ruba 5 minuti ad ogni passata.
Non c'è davvero nulla, né una strada percorribile che si dirige sotto il monte. L'unica possibilità sarebbe il parcheggio della funivia.
«No! Quello mai.»
Scendiamo quindi a Sass Balen: «lì troveremo». C'è sì un grande parcheggio a pagamento, ma siamo decisamente fuori traiettoria. Dovremmo salire un po' in auto dalla stradicciola che s'inerpica a S del paese. Dal poco tedesco che sappiamo, leggendo i cartelli stradali deduciamo che serva il permesso, ma non capiamo dove diamine sia il distributore automatico.
Torniamo a Saas Grund. Ci sarà beh un posteggio.
Niente nel raggio di 3 km dalla partenza del sentiero. Andiamo a Saas Almagell. Qui ci sono posteggi a pagamento, ma siamo troppo fuori traiettoria. È quasi notte e sono stufo di guidare. Andiamo un po' avanti verso lo Staubsee Mattmark e ci buttiamo a bordo strada per cenare e dormire. «Partiremo da qui a piedi domani. Partiremo un po' prima.»
Ma nemmeno il tempo di assettare l'auto per la notte e cambiarci che arriva una tipa bionda. Ci caccia con la scusa che lei e il suo compagno hanno messo la macchina ben imboscata, mentre noi siamo troppo in vista e la polizia, che ci racconta fare ronde notturne contro i poveri, ci troverebbe e ci multerebbe.
Il suo inglese è talmente misero che non è facile capire altro.
Ci leviamo perciò dalle palle.
Quando accendiamo la macchina, vediamo un furgone a luci spente che si fionda accanto all'auto dei ragazzi. Questi si nascondono goffamente pensando si tratti della polizia. In realtà è un'altra coppia che si apparta per la notte.
La situazione è alquanto ridicola. Mi sembran tutti mitomani. Di cartelli che vietano di dormire in auto non ne ho trovati. A noi non ce ne frega niente di pagare qualche euro per il posteggio, vorremmo solo trovare un posto non sotto un lampione  e vicino alla partenza del sentiero a Saas Grund!
Così torniamo a Sass Grund. Ricontrolliamo. Niente parcheggio, neppure a pagamento. Scendiamo quindi a Saas Balen, dove Carlo va in un bar e interroga l'oste avvinazzato che, dopo avergli sconsigliato di salire in auto verso Grüebe (a detta sua lassù non c'è niente di interessante da fare), gli spiega come ottenere dal parchimetro il permesso per la Bergstrasse. Finalmente deduciamo che la Bergstrasse, che non trovavamo in cartina, è la strada agrosilvopastorale che porta agli alpeggi, quella che avremmo potuto prendere 3 ore fa.
Che pirla. Una volta la mia ignoranza di tedesco mi aveva lungamente fatto cercare il paese di Ausfahrt ("uscita") sull'atlante stradale!
Con una spesa di 9 euro abbiamo il nostro permesso e ci inerpichiamo su per il monte. Alla cascata giriamo a dx seguendo i cartelli escursionistici, ma dopo 5 km la strada finisce e non dalle parti di Grüebe. Torniamo alla cascata e notiamo, a terra, un cartello di legno che ci invita ad andare dall'altra parte.
Sono le 2330 e posteggiamo l'auto prima di Hoferälpji.
Ci pappiamo 2 macedonie in scatola e andiamo a nanna, cullati dal temporale.
Notte finalmente al fresco dopo una settimana di patimenti a casa dove afa e caldo non lasciavano dormire.
Alle 3:30 suona la sveglia. La posticipo, ma succede che ci svegliamo solo alle 5:30 con la luce dell'alba. È tardissimo. Alle 6 siamo in marcia.
Hoferälpji (m 2250), 10 minuti di sentiero ed ecco le baite di Grüebe (m 2280), quindi il sentiero bollato taglia a mezza costa guadagnando quota e attraversando alcune pietraie, fino a voltare l'angolo della cresta SO dello Jegihorn e abbassarsi a Kreuzboden (m 2398, ore 1:45), stazione d'arrivo della funivia.
Dall'altro lato della valle la teoria di 10 quattromila che orbitano attorno a Saas Fee.
Perso qualche metro, calchiamo la pista sterrata che sale alla Weissmieshütte (m 2726, ore 0:45). Non è necessario arrivare al rifugio: l'obbiettivo è la morena laterale dx (sx guardando dal basso) del Tälligletscher. Il Lagginhorn è davanti a noi. Massiccio, trapezoidale, con due creste che scendono a SO, una dalla vetta, l'altra dall'anticima meridionale, e che avvolgono le due lenti del ghiacciaio del Laggin disegnando una specie di cuore. La normale percorre la cresta di sx, che guadagniamo grazie alla suddetta morena.
Ometti di sasso confortano sul percorso. Inizialmente la dorsale è una larga groppa di pietrame, poi, sopra la quota 3231 si stringe e offre anche qualche passo di arrampicata (ci sia appoggia sempre al lato S).  A sx si staglia contro il cielo la cresta che faremo in discesa. Bellissima e ripida da lontano! La media di 600 metri di dislivello all'ora, che stavamo tenendo per recuperar tempo sulla tabella di marcia, cala un po', ma alle 10:45, salutati alcuni alpinisti che ci chiediamo perchè scendano legati, siamo già in vetta al Lagginhorn (m 4010, ore 4). Una croce e troppo affollamento, così non facciamo nemmeno la foto e ci portiamo al breve tratto nevoso della cresta NNE.
Questa cresta è stata percorsa per la prima volta dal mitico reverendo Coolidge con 5 compagni nel 1887.
Carlo mi dice che la davano come AD, ma a parte dover mettere i ramponi per 10 metri (c'è ghiaccio) e ritoglierli subito, non trovo particolari difficoltà da giustificare attualmente un simile grado.
La parte alta è la più ripida e impegnativa. Dobbiamo stare attenti alla roccia non sempre stabile: 2 cordate infatti stanno salendo sotto di noi e non vorremmo mai lapidarli.
Quando ci incrociamo, scambiamo qualche battuta in inglese da cui capiamo che anche per loro la preoccupazione principale sono i temporali in arrivo. Ironizzando dico che il temporale non dovrebbe giungere prima di mezz'ora. Un ragazzo sorride e aggiunge «at least half an hour», mentre la sua compagna di cordata non capisce la nostra ironia e pare preoccuparsi. Già, in meno di 3 ore nessuno di noi sarà in una zona sicura. Ci augura comunque buona gita, credo pensando tra sé e sé: «Menagranen d'ün menagranen d'ün italianen!»

La dorsale, sempre aerea e di rocce un po' marce, si adagia un po', per tornare da ultimo a perder quota con decisione fino al cordolo nevoso per il Fletschjoch (m 3688, ore 1:30), sella nevosa che verso E precipita con uno sdrucciolo di ghiaccio e roccia marcia verso il Holutriftgletscher. Scender di lì sarebbe una valida alternativa al suicidio.
Su i ramponi e fuori la corda dallo zaino. Sulle rocce siamo stati piuttosto tranquilli, ma coi crepacci nascosti da tappi di neve marcia è meglio non scherzare.
Le nebbie si rincorrono e ammantano il Lagginhorn, mentre in lontananza alti cumuli s'alzano minacciosi.
Una rampa nevosa che ci fa guadagnar quota all'interno di un remoto anfiteatro. Tocchiamo la cresta ENE del Fletschhorn a circa m 3900. Neve e roccette ci accompagnano alla croce di vetta, posta sulla quota m 3982, quando la massima elevazione, nevosa, è di 3 metri più alta e ubicata a uno sputo sulla dorsale che si diparte a SO (Fletschhorn, m 3985, ore 1).
Ecco che le nebbie avvolgono anche questa cima e rendono la situazione molto antipatica: dobbiamo infatti scendere per intero il Grüebugletscher (che spero di aver scritto almeno due volte uguale!), un mantello di crepacci lungo oltre 3 km e 1000 metri di dislivello.
Non si vede una mazza, così tiro fuori la cartina dallo zaino. Dove c'è la croce si uniscono tre creste: quella da cui veniamo, quella che va a SO toccando la vetta maggiore e quella che scende a NO lambendo i precipizi della parete N. Andiamo in questa direzione e dopo una 50 di metri su neve gelata, ricompaiono le peste dei ramponi. Si vede poco. Un tratto ghiacciato, ripido e inquietante per i precipizi verso dx conclude la cresta. Smontiamo verso sx a circa m 3850 e ci destreggiamo fra le prime crepe. La traccia battuta sparisce nella neve marcia e il sole che inaspettatamente filtra dalle nebbie ci arrostisce. Insistendo a S ci approssimiamo troppo al settore ripido del ghiacciaio, così zigzagando tra i crepacci pieghiamo a dx. Riecco la traccia che si dirige a S verso il cordolo nevoso che separa il Grüebugletscher dal Talligletscher. Questa sarebbe la via normale al Fletschhorn, ma non vogliamo andare di lì e a m 3600 pieghiamo a dx (O) e ci abbassiamo nel centro del ghiacciaio. La neve è marcia e non permette di sondare con la piccozza la presenza di crepacci, così invito Carlo a tenere sempre la corda tesa mentre faccio il cane da crepaccio. Ho già studiato una linea per scendere il ghiacciaio fino in fondo, quando noto lo sperone roccioso sulla dx e andiamo a curiosare. Mettiamo i piedi sulla roccia a circa m 3480, capendo subito che possiamo evitarci il tratto più crepacciato del ghiacciaio affidandoci a questa dorsale. A sx i fianchi dell'Inner Rothorn scaricano frane continue e non mi spiace affatto evitare di passarci sotto!
Traversiamo verso dx perdendo gradualmente quota tra rocce montonate, pietraie e chiazze di neve. Il nostro obbiettivo e la pista a dx dei tre verdi laghi di origine glaciale che impreziosiscono le desolate pietraie lasciate dal ritiro dei ghiacci.
Ravanando un po' troviamo i passaggi ad ogni cambio pendenza e, arrampicando il meno possibile, eccoci nel fondovalle.  Presso il lago Grüebusee (m 2848, ore 3) intercettiamo la strada.
Nemmeno il tempo di tirare un sospiro di sollievo e dire «È fatta!» che inizia a piovere, poi a tuonare. Sono le 1530 e il meteo svizzero non ha sgarrato di un minuto: el bau l'è scià!
Mettiamo gli impermeabili e aumentiamo il passo, lasciandoci sfilare alle spalle gli altri due bei laghetti e salendo quel poco che basta per uscire dalla conca glaciale. I tuoni rimbombano, ma in lontananza. Un cartello dice che manca 1:30 ore a  Hoferälpji. Mi sembra un tempo eccessivo per 600 metri di dislivello in discesa, ma si vede che la strada non è molto ripida.
Di colpo una luce fortissima crepa il cielo appena davanti a noi. Segue svelto un boato. Imprevisto quanto spaventoso. 
Mi giro e guardo Carlo che mi chiede cosa si faccia in questi casi.
Non so cosa rispondere perchè siamo in una pietraia sterminata senza possibilità di riparo. Inoltre non so da che parte stia arrivando il temporale, per cui come potrei stabilire la miglior direzione di fuga?
Guardo Carlo negli occhi e spero non si volti: alle sue spalle c'è infatti una targhetta in ferro col nome di un qualche morto. Visto che non c'è alcun pericolo naturale in questa pietraia, suppongo che il titolare sia stato aiutato nel trapasso da un fulmine. Non è rincuorante sapere di questa targa ora che Zeus è incazzato.
«Corriamo!»
«Correndo c'è meno possibilità che il fulmine ti colpisca?» mi chiede Carlo.
«La probabilità è sempre la stessa, ma il tempo che trascorri in mezzo al temporale è indubbiamente più breve!»
Così iniziamo a correre, tagliando tutte le curve della strada su scarpate d'erba e sassi rese scivolosissime dalla pioggia.
Contiamo i secondi che dividono i lampi dai tuoni per capire a che distanza si sono schiantati i fulmini.
Con buona approssimazione si possono stimare 350 metri ogni secondo. Per cui se passano 7 secondi, il fulmine dovrebbe essere a 2,1 km in linea d'aria.
Nella Saastal irrompe una coda del temporale che sta flagellando la valle principale. Ci proietta addosso correnti calde e umide.
Inizio a percepire la carica elettrica sulla pelle, ma, dopo pochi minuti e un fulmine sull'altro lato della valle, per fortuna il temporale si sposta a N.
Continuiamo comunque a correre e in 18 minuti dal lago siamo a Hoferälpji (m 2250, ore 1:30). Sudati e con le gambe doloranti, ma non fritti.
Il giro è chiuso in meno di 10 ore e ci compiaciamo della scelta di non traversare il Cervino oggi!




La cascata sopra Saas Balen.

Hoferälpji.

Grüebe.

La via normale al Lagginhorn dai pressi di Kreuzboden.

I quattromila di Saas Fee (in basso) da Kreuzboden, arrivo della cabinovia.

La Weissmieshutte. Sullo sfondo da sx Strahlhorn, Rimpfischhorn e Allalinhorn.

Vista dallo Strahlorn di fine giugno.

Sulla morena laterale sx del Talligletscher.

Lungo la cresta SO del Lagginhorn.

Il versante N della Weissmies.

L'ultima rampa di pietrame per la vetta.

A pochi metri dalla vetta del Lagginhorn.

Il breve tratto nevoso della cresta NE. Sullo sfondo la coce di vetta del Lagginhorn.

Disarrampicando sulla cresta NE.

Alcune torrette incorniciano la vetta del Fletschhorn.

Nella parte bassa della cresta verso il Fletschjoch.

Al Fletschjoch.

In cima all'anfiteatro glaciale, verso la vetta del Fletschhorn.

La vetta rocciosa del Fletschhorn, dove si trova la croce (m 3982/3983 a seconda delle fonti). La vetta maggiore è la prominenza nevosa a sx.

La linea di discesa dal Lagginhorn lungo la cresta NE.

Scendendo ungo la cresta NO del Fletschhorn.

Il Grüebugletscher dalla dorsale rocciosa intercettata a m 3500.

Misura del lago marginoglaciale del Grüebugletscher.

Verso il testone petroso di quota 3277.

Sguardo indietro dal testone petroso di quota 3277.

Il lago marginoglaciarle ai piedi del Grüebugletscher. Arriva il temporale!

Il tracciato di discesa dal Fletschhorn per Grüebugletscher. La dorsale rocciosa presa a m 3500 può esser scesa, come si vede dalla foto, in vari modi.




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