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Bagnetto al lago Nero. Sullo sfondo il versante N del monte Torena. |
Una costellazione di laghi variopinti splende sulla dorsale che dalla maestosa vetta del monte Torena (m 2911) digrada verso Tresenda, dividendo la val Belviso dalla val Caronella. Luoghi incantevoli e di rara bellezza che in altre terre brulicherebbero di turisti, mentre qui sulle Orobie valtellinesi sono ben poco visitati.
Da San Giacomo di Teglio lasciamo la SS 38, superiamo l’Adda, e ci inerpichiamo sul fianco del monte grazie alla tortuosa rotabile che tocca alcuni fra i più caratteristici nuclei orobici. Ultimo di questi, a m 1163, è Carona, dove lasciamo l’auto e seguitiamo a piedi lungo la pista che, dopo Involt e Ronco, giunge a pra di Gianni (m 1335). Abbandonata questa direttrice, ci alziamo per sentiero lungo la dx orografica della val Caronella. Abeti, larici e distese incredibili di mirtilli ci portano fino ai pascoli della malga Dosso (m 1855).
Fa un caldo terribile. Non vediamo l'ora di trovare una pozza per tuffarci dentro!
In cima ai prati ci portiamo sul versante della val Belviso, dove il grande invaso artificiale riempie tutto il fondovalle. La mulattiera corre (SSE) senza grandi dislivelli fin nei pressi della malga Lavazza, dove prendiamo la deviazione (dx, O) per la malga Torena. Contorcendosi verso N la via bollata supera i m 2000. Si notano chiari segni della vecchia linea militare Cadorna. Un cartello ci indica la breve variante per il lago Lavazza (m 2135).
Qui incontriamo l'unica persona nella nostra giornata di escursioni: un pescatore che ci racconta di aver catturato una sola trota in tutta la giornata. Nel centro del lago c'è un iceberg che si sta lentamente sciogliendo. Il bagnetto si rivela piuttosto traumatico perchè l'acqua è gelida.
Mentre Mario pare a suo agio, io mi aggrappo alle rocce preso dai dolori del freddo nel raggiungere una specie di scoglio a 10 metri dalla riva.
Ripresa la via principale, ci affacciamo alla conca erbosa che ospita gli altri laghi: dapprima il minuscolo lago dei Porcelli adagiato tra prati acquitrinosi, a cui segue il lago Nero (m 2034) con le numerose incisioni rupestri in corrispondenza del suo estuario e il singolare isolotto nel mezzo.
L'acqua è più mite, per cui qui ci tuffiamo tutti, per poi adagiarci sulle rocce levigate a riprender calore.
Riprendiamo la marcia verso la malga Torena, sopra la quale è il turno del lago Verde (m 2071, ore 4).
Particolarità di questo è che l'acqua esce da una specie di buco, per travasarsi attraverso un cunicolo in un laghetto minore a N di questo. L'acqua, quindi, filtra all'interno delle pietraie e sparisce.
Per la discesa, tornati indietro, dal lago Nero puntiamo a E e scendiamo per un bel sentiero che, oltre la Malga Fraina, si fa strada. Arriviamo in val Belviso a Ponte Frera. Da qui corro per oltre 10 km sulle strade carrozzabili fino a Carona. Il tutto per recuperare l'auto, i miei compagni e velocizzare il raggiungimento de La Cascata, il ristorante a Vendolo dove ci aspetta una bella grigliata di carne.
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Malga Dosso. |
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La piccola pozza nei pressi di malga Dosso. |
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Data la calura, gli scherzi con l'acqua sono addirittura graditi. |
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L'estuario del lago Lavazza. |
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Il lago Lavazza e il monte Lavazza. |
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Lo scoglio del lago Lavazza. Mario ci arriva senza problemi, io invece, appena tocco l'acqua, mi arrampico svelto sulle rocce in preda ai dolori del freddo. |
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Il lago Nero col suo isolotto. |
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Assaggiamo la temperatura dell'acqua. |
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Ottima! .... bagnetto |
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Il lago Nero da ovest. |
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Malga Torena. |
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Il lago Verde del Torena. |
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