giovedì 2 aprile 2015

Pizzo Recastello (m 2888) - parete N



Il pizzo Recastello visto dal canale che dal passo di Bondone scende al lago della Malgina. In rosso la traccia per la parete N, in verde la linea che ha permesso al Caspoc' di aggirare la cresta rocciosa sommitale e quindi effettuare la discesa integrale dalla vetta con gli sci ai piedi.
Dettaglio della parete N del pizzo Recastello.
Quant'è che sognavamo di fare questa gita!
Il pizzo Recastello è una delle vette esteticamente più affascinanti delle Orobie e, sebbene non sia sullo spartiacque principale ma più a S di questo, è ben visibile persino dalle cime della Valmalenco e del versante retico, in quanto la sella del passo di Malgina crea una bella finestra che ne incornicia l'edificio sommitale.
La sua forma slanciata, le rocce scure e il severo versante nord lo rendono inconfondibile.
Se poi ci si porta sulle più alte vette del gruppo centrale delle Orobie, il pizzo Recastello è ancor più vicino e ammirabile in tutta la sua maestosità.
La nostra idea era quella di salirvi per la parete N, dove uno stretto canalino nevoso vince, con pendenze dai 35° ai 50°, i 300 metri di dislivello che dal ghiacciaio portano alla cresta finale. Questo canalino, rinserrato tra repulsive pareti di roccia e la famigerata cresta dei Corni Neri, è visibile solo frontalmente, per cui dà l'idea di essere ben più ripido e impervio di quanto sia in realtà.
Per non farci mancare nulla, abbiamo pensato pure di sciare il canalino (il Caspoc', che non teme la neve dura, è partito con gli sci dalla croce di vetta!) e di fare la gita in giornata, a piedi da Bondone e con un tragitto di oltre 3100 metri di dislivello.
Un mix di ingredienti davvero entusiasmante che ci ha regalato una giornata indimenticabile!



Il tratto valtellinese della gita.


Partenza: Bondone (m 1209).
Itinerario automobilistico: dalla rotonda alla fine della tangenziale di Sondrio (E), proseguire in direzione Tirano. Dopo 11km, in località San Giacomo di Teglio, prendere a dx e attraversare il fiume Adda, quindi seguire sempre per Carona. La strada sale tortuosa per 11,2 km finchè, sul tornante sinistrorso appena oltre il cartello della frazione Moia, si trova l'indicazione per Bondone e la valle di Bondone. Prendere così a dx la strada asfaltata per 1 km, quindi sterrata, che conduce al paesino. Parcheggiare nelle apposite aree di fronte alla chiesa (23,9 km da Sondrio).
Itinerario sintetico:   Bondone (m 1209) - baita Monte Basso (m 1562) -  baita Cantarena (m 2071) - passo di Bondone (m 2720) - lago della Malgina (m 2349) - mulattiera della valle del Serio fino a quota 1980 (incrocio valle del Trobe) - pizzo Recastello per la parete N (m 2888) -  mulattiera della valle del Serio fino a quota 1980 (incrocio valle del Trobe) - lago della Malgina (m 2349) - passo di Bondone (m 2720) - baita Cantarena (m 2071) - baita Monte Basso (m 1562) - Bondone (m 1209).
Tempo previsto: 12-15 ore per l'intero giro.
Attrezzatura richiesta: kit antivalanga, rampanti, ramponi, piccozza, casco.
Difficoltà/dislivello: 5- su 6, 3160 metri.
Dettagli: OSA+. Le difficoltà si concentrano nell'ultimo tratto della salita al pizzo Recastello. Pendii fino a 50° nella strozzatura alta, gli altri tratti sono a 40° e l'uscita a 45° (alpinistica PD la vetta per il canale N e la cresta OSO). Partire con gli sci dalla vetta richiede ottima tecnica.
Mappe:
- Comunità Montana Valtellina di Sondrio, Cartografia Escursionistica, Foglio 3: Le Orobie: Aprica e Val Belviso, 1:30000; (toponimi e sentieri indicati talvolta imprecisi)


In breve...
Partiamo alle 7 di mattina da Bondone. Portiamo gli sci fino a m 1400. Lungo la strada c'è qualche tratto senza neve fino al ponte sul torrente. Da Monte Basso a Cantarena la neve è piuttosto dura e bisogna procedere con cautela per non ruzzolare a valle.
Paesaggi incantati nell'alta valle di Cantarena e passo raggiunto con facilità. Il vento sulla cresta spartiacque è forte così scendiamo subito di qualche metro sul versante bergamasco. Trovato riparo e comodità sotto a delle rocce e raggiunti anche da uno scialpinista solitario di Caiolo, contempliamo il paesaggio e studiamo bene il percorso che faremo, dato che il panorama sul Recastello è molto bello ed esaustivo.
Sono le 10:30 di mattina, 1500 metri di dislivello sono fatti e la neve inizia a mollare.
La discesa nella valle ci porta su bei pendii (fino a 40°) con neve perfetta al tondeggiante lago della Malgina (ancora gelato), e da lì per un canalone (S) fino a un centinaio di metri dal fondovalle. Qui dobbiamo uscire sulla dx perchè la mezzeria è tornata possesso del torrente scrosciante. Ci inventiamo un percorso alternativo e perdiamo gli ultimi metri di dislivello verso la val Seriana.
Un ponte di neve ci permette di andare sulla sx idrografica del torrente Serio, e di lì (dx, O), seguendo il tracciato del sentiero estivo che si mantiene alto sul torrente, superare due laterali e, aggirato un costolone, pianeggiare verso lo sbocco della valle del Trobe (m 1920). Splendida è la vista sulla grande diga del Barbellino.
La neve, eccetto superficalmente, è ancora piuttosto dura, così, anziché ripellare, mettiamo gli sci in spalla e ci dirigiamo a SO puntando al teatro a N del pizzo Recastello, dove un ghiacciaio è racchiuso dalle alti pareti di Recastello e della terrificante cresta dei Corni Neri.
Appena siamo ai piedi della parete N del Recastello, pieghiamo a dx e andiamo a prendere l'evidente canalino (m 2550) che sale la parete N al suo margine occidentale (dx).
Le pendenze non sono elevatissime (35° poi 40°) fino ad una strozzatura nella parte superiore dove misuro con l'inclinometro quasi 50°. La neve è in parte rovinata dal vento e ci sono un po' di sassi qua e là. Gli ultimi 100 metri per la selletta a cui culmina il canalino si aggirano sui 45°.
L'uscita è gelata e il Caspoc', che non ha voluto usare i ramponi, deve stare attento.
Io oggi non sono per niente in forma e mi trascino sulla facile cresta dapprima rocciosa (I), poi nuovamente nevosa, fino all'ampia vetta. Dalla croce (m 2888) il paesaggio è grandioso. Sono le 14 e studiamo possibili future gite in zona, guardando anche con spavento alla lunga ultima salita che dovremo compiere per rientrare in Valtellina.
Ci sediamo e riposiamo un po' mangiando le ultime provviste e osservando le Alpi Retiche dove una perturbazione da N che non riesce a sfondare avvolge tutto. Per fortuna non siamo andati lì!
È ora di scendere. Il Caspoc' parte con gli sci dalla vetta e con una diagonale su neve dura taglia la parte alta della parete N e si porta nel canalino appena al di sopra della strozzatura. Non so le pendenze, ma osservarlo mi mette un nodo in gola perchè un minimo errore significherebbe un volo di centinaia di metri.
Io non ci sono nè con le gambe, nè con la testa, per cui scendo a piedi per l'itinerario di salita fino alla strozzatura, dove trovo una nicchia in cui calzare gli sci.
La discesa del canalino non è un granché: la neve è rovinata dal vento e piena di sassi, poi dal circo a N della montagna, la sciata diventa super!
Il rientro avviene per la stessa via dell'andata. Gli ultimi 400 metri, quelli dal lago della Malgina al passo di Bondone, sono proprio faticosi. La neve non porta e il Caspoc', incaricato dalla mia stanchezza di far buchi, passa buoni 45' di calvario.
Sulle creste il vento da N soffia potente, così ci prepariamo per la discesa qualche metro sotto del passo, proprio dove avevamo riposato al mattino.
Sullo spartiacque la bufera ci schiaffeggia, ma nonostante le raffiche e la poca visibilità, pure gli ultimi 1300 metri di sciata sono emozionanti.
Stanchi e felici, dopo gli ultimi 20 minuti a piedi, alle 19 siamo alla macchina, dove l'amico Carlo, che sapeva delle nostre intenzioni, ci ha lasciato un biglietto sulla macchina: ci invitava a casa sua alla Moia a far merenda, ma è già ora di cena e in giro per queste montagne rimangono solo cervi e caprioli.


Da quota m 1920 risaliamo la valle del Trobe, per poi piegare a sx verso il circo a N della cima di Recastello.
Verso il circo di Recastello. A sx la cresta dei Corni Neri.
A metà canalino. In alto si vede la strozzatura alta, che è la parte più ripida.
La cresta finale per il pizzo Recastello. Neve dura.
Dalla vetta, uno sguardo verso il lago del Barbellino e il pizzo di Coca.
Il Caspoc' scia i pendii di neve dura appena sotto la vetta e per ripide costole aggira la spalla rocciosa e si immette nel canalino appena sopra la strozzatura alta, che ne è il settore più ripido (misurati con inclinometro quasi 50°). Un errore in questo tratto significa volar giù per centinaia di metri, per cui preferisco affrontare la parte alta coi ramponi e rimettere gli sci appena sotto la strozzatura.
Si scia in tutto relax su neve trasformata per tornare in val Seriana.
Il tracciato per il passo di Bondone dal circo N del pizzo Recastello. Quello che ho indicato come Corno del Bondone in realtà è la cima del Bondone.
Gli ultimi 250 metri di fatica per il passo di Bondone, la nostra ultima salita di giornata.
Ultimo sguardo sul pizzo Recastello dal passo Bondone, dove imperversa l'uragano.



1 commento:

  1. Siete fuori come funivie !
    E' sempre un piacere leggere i vostri racconti , che vanno oltre i miei sogni mostruosamente proibiti :-) !

    Buone gite !

    Paolo

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