giovedì 27 giugno 2019

Weissmies (m 4017)

La Weissmies è uno dei 4000 più facili delle Alpi. L'avevo adocchiato l'anno scorso dal pizzo d'Andolla. È una bella piramide di roccia e ghiaccio che si trova in Vallese poco a N del confine italo-svizzero, sulla dorsale che divide la valle del passo del Sempione (la prosecuzione dell'italiana val Divedro) dalla valle di Sass Fee (Saastal).
Il 90% delle cordate sale in vetta dai m 3100 dell'Hohsaas, dove giunge in funivia.
Per arrivare in vetta da "òm", decido invece di avviarmi in bici da poco sopra Gondo e percorrere interamente la lunghissima Zwischbergental prima su due ruote, poi su due gambe.

La Weissmies dal ghiacciaio di Allalin.
Il versante Se della Weissmies con la via di salita.

Partenza: Sera Staubsee (m 1278).

Itinerario automobilistico: da Sondrio la strada più scorrevole misura oltre 250 km. Si prende la SS38 fino a Piantedo, quindi la SS36 fino ad Arosio, dove si esce a sx e si va a intercettare presso Lomazzo la Pedemontana Lombarda (A36) che poco prima di Gallarate (140 km da Sondrio) s'innesta sulla A26. Da qui seguiamo le indicazioni per il Sempione. A Ornavasso termina l'autostrada e ci immettiamo sulla SS 33 del Sempione che, buche a parte, è piuttosto veloce. Entrati in Svizzera a Gondo, subito dopo la dogana si abbandona la strada per il Sempionee si cala a sx nella valle. Al di là del torrente una stretta strada asfaltata guadagna con tornanti la soglia sospesa della Zwischbergental. A m 1278, al temine della diga di Sera (Sera Stausee), la strada si biforca. Si prende a sx la pista sterrata che s'addentra nella valle non lontana dal Grosses Wasser (il torrente). Circa 1 km dopo ho parcheggiato perchè la pista era interrotta per lavori.

Itinerario sintetico: Sera Staubsee (m 1278) - Fa (m 1758) - Cheller (m 1773) - Gmainalp (m 1854) - Zwischbergenpass (m 3270) - Weissmies (m 4017).

Tempo di salita: 8 ore.

Attrezzatura richiesta: scarponi, ramponi e piccozza, uno spezzone di corda.

Difficoltà:  4+ su 6.


Dislivello in salita: 2800 metri.


Dettagli: Alpinistica F+ È una gita lunghissima. Le uniche difficoltà tecniche sono nella parte finale (dai m 3400 in su). Si trovano passi di II+. La cresta finale è un po' aerea, ma niente di terrificante.



© swisstopo.ch



© swisstopo.ch


Sul lago Maggiore fa un caldo assurdo e non tira un filo d'aria. Ci sono  30°C e sono le 22:30. Le previsioni sostengono però che il peggio debba ancora arrivare. Anche sul traghetto non c'è il solito benessere dato dalla brezza del lago. Salgo svelto la val d'Ossola a bordo del mio potente Porter. Ho sul cassone la bici e una tela cerata. Parcheggerò il mezzo sopra Gondo, dormirò nel cassone, per ripartire nottetempo in bici.
A livello teorico è tutto pianificato. Mi sono studiato la gita da alcune foto aeree e come al solito mi sono ben guardato di leggere qualsiasi relazione onde non rovinarmi quel minimo di avventura che potrebbe riservare.
Oltre la dogana piego a sx, scendo verso il torrente che attraverso, per risalire la stretta e tortuosa stradina che, dopo aver toccato quella croce luminosa che si nota dalla strada del Sempione, accede alla soglia sospesa della valle.
Al bivio dopo il Sera Staubsee (m 1278) mi incasino seguendo a dx il cartello per Zwischbergen. È solo l'indicazione per il ristorante. Questa strada seguita su per il monte e non s'addentra nella valle.
Torno al bivio e prendo la pista parallela al torrente, ma dopo poco più di un chilometro un cartello di divieto per lavori in corso pone la parola fine alla mia ambizione di limitare il dislivello.
Parcheggio e mi infilo sul cassone a dormire. Qui vicino al torrente c'è un po' di fresco e il sacco a pelo torna utile.
Non sento la sveglia, così mi alzo solo alle 3:45 e parto in sella alla bici alle 4 lungo la pista preclusa al traffico veicolare.
I cantieri sono sparsi lungo la polverosa pista, ma si procede bene fino a m 1420 dove un ulteriore cartello vieta anche il transito a piedi e invita a portarsi in dx idrografica. Da buon italiano lo ignoro, ma presto mi accorgo che la pista è realmente interrotta da voragini entro cui si stanno posando delle tubature.
Torno indietro, lego la bici al cartello di divieto, e inizio a camminare.
Vampate di aria bollente mi investono di tanto in tanto. Ho la sensazione di star svenendo perchè mi manca il respiro: non si tratta però di malessere, ma di foehn estivo, accompagnato da inversione termica e dovuto a correnti torride di origine africana che stanno demolendo tutti i record di caldo del mese di giugno. Oltre una stretta della valle, a m 1686 il sentiero a tratti selciato che ho percorso, si immette sulla pista in sx idrografica, tocca il bacino di Fa (m 1758, ore 2) e approda alle baite Cheller, poste nella piana chiamata Bidemji.
Un cane abbaia come un forsennato e a breve mi si para dinnanzi un uomo in mutande che par reduce da una sbornia. Ci facciamo un cenno di saluto col campo e mi allontano. Al termine della piana passo accanto alle dirute baite di Gmainalp. La via si impetta e raggiunge il successivo ripiano a m 2000 (alpe Mürlini). Alla mia dx un'alta barra di rocce sostiene il terrazzo su cui c'è la baita Galki, dov'ero passato l'anno scorso con Giacomo.
Oggi però decido di stare nel fondovalle e seguo i bolli, o meglio le strisce bianche o rosse che individuano un tracciato poco inciso appena in dx orografica. A m 2180 tutti i vari rigagnoli della valle si uniscono nel Gletscherwasser. Qui perdo qualche metro di quota e scendo nel centro della valle.
C'è ancora molta neve, così, messi i ramponi per far meno fatica, salgo nel mezzo della valle in direzione NO. Nonostante il caldo (ci sono 25°C alle 7 di mattina), la neve porta ed è dura. Alle mie spalle sta sorgendo il sole e sta pure arrivando una nube giallognola: è la sabbia del Sahara
A m 2800 accedo al ripiano superiore della valle. Sulla sx i vari corpi in cui si è smembrato lo Zwischbergengletscher coprono le pendici del pizzo d'Andolla.
Insisto nel centro della valle fino a m 3070, cioè al cospetto del muro di rocce che cala dalla cresta tra il pizzo d'Andolla e la Weissmies. Qui vado a dx e rimonto i pendii SE della Weissmies transitando non lontano dallo Zwischbergenpass (m 3280, 3:30 ore).
Per neve salgo fino a m 3650, quindi guadagno e seguo la cresta SSE. Questa, di roccia molto buona e stabile, mi accompagna, con passi su roccia che arrivano al II+ e senza percorso obbligato, fino all'anticima di m 3972. La cresta piega quindi a sx e diventa nevosa. Circa 400 metri sulla dorsale, che è un po' aerea ma priva di difficoltà, mi conducono in vetta (Weissmies, m 4017,  2:30 ore), dove si trovano altri alpinisti, tra cui 3 italiani a cui chiedo conferma che questa sia la cima: l'altimetro infatti mi segna solo m 3700. Loro mi rincuorano e mi dicono che anche i loro altimetri danno una misura ampiamente per difetto.

Non c'è calca. Per fortuna. Il panorama è molto ampio, ma la sabbia del deserto rende l'aria fosca.
Il rientro, un po' col culo, un po' scivolando, è velocissimo. Ritrovo l'uomo di stamattina. È in mutande e collassato sopra un tavolo di legno. Non si accorge nemmeno del mio passaggio, cosa che fanno invece gli operai addetti alla posa dei tubi. Dopo un primo bagno nel torrente, già alle 17 sono a Domodossola, dove il termometro segna 40°C!
Mi accordo con Gioia per cenare in spiaggia sul lago Maggiore e stare in ammollo fino ad accumulare sufficiente freddo per una notte che si dice sarà torridissima.


Le prime luci da Gmeinalp.


L'alba e la sabbia del deserto in arrivo.


Metto i ramponi.


L'arrivo dell'aria del Sahara.


Verso il Zwischbergenpass.


Fioritura di Saxifragra oppositifoglia a m 3200.


Il pizzo d'Andolla.


Alpinisti sulla cresta fotografati dalla vetta della Weissmies.


Dalla vetta della Weissmies.


Dall'anticima a m 3972.


La cresta SE vista in discesa.


Fioritura di ranuncolo dei ghiacci.


Gmainalp.


Il termometro, lasciato per 15 minuti nella neve, segna ancora + 35!


Gondo.

2 commenti:

  1. Complimenti! Bellissima la foto "La cresta SE vista in discesa" con l'Andolla (3657 metri) vista dall'alto!

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