Il Redorta al tramonto visto dalla Motta di Scais. Sulla estrema sinistra la bocchetta di Scais (m 2905) e più a destra, in ombra e in parte nascosto, è visibile la traccia che sale il canale N e percorre la cresta Est.
Partenza: Centrale di Vedello (m 1030).
Itinerario automobilistico: alla fine della tangenziale di Sondrio (direzione Tirano), prima del passaggio a livello si svolta a dx e si segue la strada provinciale fino a Busteggia. 100 metri oltre l'ex canile (semaforo) si prende la stradina sulla dx che sale a Pam per poi ricongiungersi all'arteria principale per Piateda Alta. Dopo circa 7 km da Sondrio si è al bivio in località Mon. Si segue sulla dx la carrozzabile che si inoltra in val Vedello fino alla centrale di Vedello (m 1000, 6 km). Mancano 2,5 km ad Agneda, ma per non avere sorprese (strada senza parapetti), è opportuno, appena si incontra la neve, parcheggiare la macchina e proseguire a piedi o con gli sci.
Itinerario sintetico: Centrale di Vedello (m 1030) - Agneda (m 1228) - Diga di Scais (m 1510) - Rifugio Mambretti (m 2004) - Pizzo Redorta (m 3038).
Difficoltà/dislivello in salita: 3,5 su 6 / 2000 m. BSA
Tempo previsto: 7 / 8 ore.
Attrezzatura richiesta: da scialpinismo, kit antivalanga, (consigliabili ramponi per il tratto finale).
Dettagli: Una gita che a parte il tratto finale non presenta particolari difficoltà ad eccezione della lunghezza, dato l'enorme dislivello e sviluppo che rendono interminabile anche il rientro.
Da affrontare solo con condizioni di manto stabile data la valangosità delle vallate da attraversare.
Il Pizzo di Redorta rappresenta una delle tre vette che superano i 3000 metri nelle Alpi Orobie ed è una di quelle gite che ogni amante di queste zone deve assolutamente fare almeno una volta nella vita. Magari pernottando al rifugio Mambretti, non custodito, chiedendo le chiavi al CAI di Sondrio e ritirandole solitamente presso il custode della diga di Scais.
Qui un lungo traverso, da affrontarsi solo con condizioni di manto nevoso sicuro, ci permette di guadagnare la Vedretta di Scais che risaliamo per intero su pendenza via via crescente fino all'evidente canale Nord (m 2930 circa ore 4:30). Qui togliamo gli sci e procediamo a piedi, ma decidiamo di portarli con noi per affrontare il canale sci ai piedi in discesa. Risalito velocemente il breve canale superiamo un passaggio obbligato dove affiorano alcune roccette e seguendo la linea di cresta, abbondantemente innevata, arriviamo alla vetta, prestando attenzione al tratto finale in alcuni passaggi piuttosto stretto ed esposto (m 3038 ore 5:00).
Il panorama da qui nelle giornate serene spazia su tutti i gruppi principali e sull'intera linea orobica, ma purtroppo non in questa giornata e decidiamo quindi di scendere velocemente, prima di rischiare un peggioramento della visibilità. Messi gli sci e disceso il canale ci gettiamo nel lungo pendio godendoci la meritata discesa fino alla base della Vedretta dove invece di puntare nuovamente al rifugio Mambretti teniamo la sinistra fiancheggiando la costa NE del pizzo Brunone per immetterci nella forra del torrente Caronno, visibile anche in salita, che ci conduce, superata una piana, alla baita di Caronno, ricongiungendoci quindi all'itinerario di salita. Questa variante, effettuabile anche in salita, è anch'essa da affrontarsi con condizioni di manto nevoso stabile.
L'imbocco della Vedretta a destra dell'anticima delle Punta di Scais
La risalita della Vedretta di Scais
L'ultimo tratto prima del canale
Uno dei tratti di cresta per la vetta
Il panorama verso Sud dall'anticima del Redorta
Discesa della Vedretta di Scais
Abbondanti scariche di neve dalle bastionate Orientali che sovrastano la piana di Agneda.
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