domenica 12 gennaio 2020

Pass de Remolasch (m 2634)

Esattamente 15 km a ovest del valchiavennasco pizzo della Sancia, tra Grigioni e Ticino si trova il pass de Remolasch, valico tra la valle omonima (laterale della val Calanca, da cui ci siamo saliti) e la val Combra (tributaria della val Malvaglia e quindi della valle di Blenio e della val Leventina).
È una gita abbastanza lunga, in un ambiente tanto isolato quanto grandioso e, per quel che riguarda il tratto nel bosco, di non facile orientamento per chi non fosse già pratico dei luoghi. Oggi abbiamo trovato neve ghiacciata o ventata. Non il massimo.


Al pass de Remolasch, pronti per la discesa.


Lasciamo l'auto a Rossa (m 1069), perchè oltre l'accesso è vietato a causa di neve, ghiaccio e caduta massi dai paretoni ai piedi de La Motta. Ce lo spiega una signora a spasso col suo cane di buon'ora Sci in palla camminiamo per 2 km, poi li calziamo su neve sempre più spessa e continua oltre il bel nucleo di Valbella. Presso il parcheggione a m 1338 ladciamo la carrozzabile di fondovalle e prendiamo il poco visibile sentiero che s'alza sulla sx in val de Remolasch al cospetto di una grande parete rocciosa. Neve gelata.
Nel fitto del bosco prendiamo quota e a m 1700 smarriamo il sentiero. A casaccio ci raccapezziamo e ci riportiamo nel centro della val de Remolasch dove a m 1828 incontriamo la baita di caccia dell'alp de Remolasch. Il solco del torrente si trova appena a N di questa, al cospetto di grandi pareti, ed è colmo di slavine e piuttosto inquietante. Il breve intervallo di neve polverosa nella radura dell'alpe, viene subito rimpiazzato dal fondo duro di neve ventata e dai blocchi gelati delle valanghe. Passando sotto le impressionanti muraglie rocciose del piz del Pianasc, a fatica risaliamo il solco (tratti a 35° dove sono serviti i ramponi) e in testa alla valle, sulla sx individuiamo e raggiungiamo, a piedi perchè la neve è troppo dura (uscita a 40°), il pass de Remolasch (m 2634, ore 6).
Il sole ci bacia dopo una giornata tutta all'ombra. Ma solo per il tempo di un frugale pasto: dobbiamo essere infatti svelti nella discesa con gli sci in quanto la neve è difficile e il bosco tanto fitto quanto ingannevole.
Come vedete dalla mappa, mentre nella salita alla biforcazione a m 2066, abbiamo preso il solco di sx e quindi compiuto un lungo traverso a mezza costa, in discesa abbiamo seguito fedelmente il solco vallivo principale, per quindi scendere il salto sotto l'alpe appoggiandoci ai ripidi pendii alberati in sx idrografica.
Molto piacevole infine la sosta al bar a Rossa, dove, mentre sorseggiamo latte e Ovomaltina, il proprietario, un anziano signore che veste con fierezza un abito estremamente elegante, e gli avventori ci offrono una squisita ospitalità e anche una piacevole chiacchierata dove scopriamo che molti nostri convalligiani (specialmente talamonesi), e anche un mio compaesano di Montagna, si sono trasferiti in val Calanca per lavoro. Tutti conoscono la Valtellina, pure nel dettaglio, e la cosa mi sorprende. Poi parliamo di capre, perchè ne risultano 3 disperse dove siamo stati a sciare. Ma noi non le abbiamo viste: oggi solo camosci e i anche numerosi.

L'itinerario della nostra gita. La traiettoria migliore è quella che abbiamo tenuto in discesa, ovvero la linea più a N e fedele al torrente.
Sbagliamo strada e a m 1700 ci portiamo troppo a S, così per rientarre all'alpe Remolasch dobbiamo prima salire un ripido pendio con larici, quindi traversare a dx sotto una barra di rocce con cascate di ghiaccio.

L'alpe Remolasch, dove si trova una baita ristrutturata dai cacciatori.

Verso il pass de Remolasch.

Il pass de Remolasch.

Al pass de Remolasch ecco il sole!

Al pass de Remolasch.

Il piz de Remolasch dal pass de Remolasch.

Valbella al tramonto.


giovedì 2 gennaio 2020

Canale della Pizzetta e pizzo Rabbi (m 2452)

L'alpe Campo e al centro, il canalone della Pizzetta che conduce all'omonima bocchetta.

Bella gita con 2000 metri di dislivello positivo che parte da pra Pincèe (m 917), in val Bodengo e sale dapprima il ripido (fino a 40°) ed evidente canalone della Pizzetta sopra l'alpe Campo che conduce alla bocchetta della Pizzetta, valico che porta in val di Bares. 
Scesi per la via di salita, ci spostiamo più a sera e saliamo alla bocchetta del cannone. Da lì, per la cresta E di neve dura, raggiungiamo la vetta del pizzo Rabbi. 
A parte lo spallaggio fino a m 1500, la neve ghiacciata nel lungo traverso per l'alpe Campo, il resto della gita si è svolto in un ambiente grandioso e ben innevato. Polvere a N.
Peccato che sul lato val Bodengo non si veda mai il sole, ma la vista dal pizzo Rabbi sul lago di Como compensa tutto!

© swisstopo.ch

Salendo dall'alpe Garzelli all'alpe Campo.

Fino a m 1400 non ce n'è, poi fino a m 1600 la neve è ghiacciata.


Alpe Campo, le baite sommerse dalle nevicate di novembre.

Strati di neve compatta: a dicembre a questa quota ha piovuto molto.

Nel canalone della Pizzetta.

Nella parte alta del canalone.

Oltre il muro a 40°.

Uscendo sulla bocchetta della Pizzetta.

Fotografo triassico...

Sguardo sul Lario dalla bocchetta del Cannone.

Verso la vetta del pizzo Rabbi.

Scendendo dal pizzo Rabbi al cospetto del pizzo Ledù.