lunedì 24 settembre 2012

Pizzo del Diavolo di Tenda (m 2914) - pizzo Rondenino (m 2747) - monte Aga (m 2720) - pizzo di Cigola (m 2634)


SCHEDA SINTETICA


Partenza: bivio sopra Vedello (m 1050 ca.). 
Itinerario automobilistico: alla fine della tangenziale di Sondrio (direzione Tirano), prima del passaggio a livello si svolta a dx e si segue la strada provinciale fino a Busteggia. 100 metri oltre l'ex canile (semaforo) si prende la stradina sulla dx che sale a Pam per poi ricongiungersi all'arteria principale per Piateda Alta. Dopo circa 7 km da Sondrio si è al bivio in località Mon. Si segue sulla dx la carrozzabile che si inoltra in val Vedello fino alla centrale di Vedello (m 1000, 6 km).  Si continua sulla strada sterrata e, meno di un km oltre la centrale, si giunge al tornante dove c'è il bivio Ambria-Agneda. Si parcheggia nei pressi del tornante.
Itinerario sintetico: bivio sopra Vedello
(m 1050 ca.)
- Ambria (m 1325) - lago Zappello - baite Dossello (m 1593) - bocchetta di Podavit
(m 2624) - pizzo del Diavolo di Tenda (m 2914) - pizzo Rondenino (m 2747) - monte Aga (m 2720) -[ variante bassa per saltare le cime: passo Selletta (m 2372) - lago del Diavolo (m 2142)] - 
passo di Cigola (m 2486) - baite Dossello (m 1593)  - Ambria (m 1325) - bivio sopra Vedello (m 1050 ca.). 
Tempo previsto: 11-12 ore. 
Attrezzatura richiesta: uno spezzone di corda e scarponi (piccozza e ramponi potrebbero tornare utili per l'accesso da N alla cengia che sale alla bocchetta d Podavit).
Difficoltà/dislivello: 3.5 su 6 / circa 2300 m.
Dettagli: Alpinistica facile+. Passi di II+ grado. Rocce attrezzate con catene per accedere da N alla bocchetta di Podavit. Tratti friabili, specialmente nella traversata dal Diavolo al pizzo Rondenino.
Mappe: Kompass n.104 - Foppolo - Valle Seriana, 1:50000


16 settembre 2012


Esce il nuovo numero della rivista e noi non possiamo certo macare di andarne a ripercorrere uno degli itinerari più affascinanti: la salita dalla Valtellina al pizzo del Diavolo di Tenda (m 2914).
Ovviamente inserendo una variante che permette di completare il concatenamento delle cime che sbarrano a S la val d'Ambria.
Alle 8 di mattina inizia la nostra marcia che ci porta dal tornante sopra Vedello, su per la strada, ad Ambria, dove, di buon'ora, i pastori stanno spennando le galline che sono ordinatamente appese al ramo di un abete, mentre le loro teste riposano a fianco in un secchio.
Entriamo a sx in val d'Ambia e, senza poter ammirare il lago Zappello - prosciugato-. la percorriamo fino in fondo, poi ci insinuiamo nel vallone pietroso che ripidamente sale a ciò che resta del ghiacciaio NO del Diavolo di Tenda.
L'ambiente è estremamente cupo essendo il vallone cinto da alte pareti di roccia scura.
Proprio la parete di dx è tagliata da sx a dx da una cengia, la cengia di Podavit, passatoia per il passo omonimo che mentte in comunicazione la val d'Ambia e la val Brembana.
L'attacco non è dei più semplici perchè, nonostante le catene, la roccia è bagnata, ghiacciata e scivolosa.
Facciamo un cordatone in stile bersaglieri: 7 persone con mezzi di fortuna al posto dell'imbraco e legate a 3 metri l'una dall'altra attraverso un cordino da 8 mm. Il sistema comunque funziona alla grande perchè regge un paio di scivolate.
Dopo i primi 20 metri, tuttavia, la salita diventa molto semplice benchè un po' esposta.

Col cambio di provincia arriva anche il sole... e purtroppo pure la ressa: mentre dalla Valtellina al Diavolo non sale nessuno, in bergamasca è frequentato ben più dei centri commerciali.
40 minuti su placchette e rocce (II) e ci affacciamo ad uno spettacolo della natura. Il mondo è sotto un lago di nubi, da cui solo questa e poche altre cime emergono (pizzo del Diavolo di Tenda, m 2914, ore 5). Sembra di essere in aereo, e non dico in paradiso perchè la gente chiacchiera, i telefonini continuano a suonare, c'è puzza di sigarette. Insomma, purtroppo, in pochi intendono la montagna come luogo di pace, eppure ogni tanto sarebbe carino che tutto si fermasse per lasciarci fare un respiro a pieni polmoni.

Dopo pranzo torniamo alla bocchetta di Podavit. Qualcuno è stufo di precipizi e decide di tornare per la strada più lunga che implica la discesa sul versante S, e il rientro in Valtellina attraverso i passi Selletta e di Cigola. Una variante che porterà a fine giornata ad un bilancio da campagna di Russia, come attestato dall'orologio super tecnologico del Baldo:
sviluppo:  27 km circa (26 e vergot);
dislivello positivo: tot 3230 m (a sommare tutti i saliscendi aumenta di brutto!)
dislivello max-min: 1870 circa

Con Gioia e Luciano proseguiamo invece per cresta (O). La roccia è friabile e talvolta i passaggi sono un po' esposti (II+). Loro sono un po' stanchi e questa miscela crea un senso esagerato di difficoltà.
Aggiriamo tutti i problemi alquanto sotto cresta sul versante meridionale. Una breve divagazione su per un canale di roccia (III) mi regala la vetta del pizzo Rondenino (m 2747, ore 1 dalla bocchetta di Podavit), vedetta sul Diavolo di Tenda e il pizzo Poris, che ora assomiglia a un vulcano in mezzo al mare di nebbia.
È tornato il silenzo e l'isolamento è interrotto solo dalle frequenti apparizioni degli stambecchi.
Ritorno da Gioia e Luciano e valletta dopo valletta, canale dopo canale, compiamo anche la seconda parte della traversata, decisamente più agevole della prima. Siamo affacciati alla conca che scende dall'Aga in val d'Ambria. Quassù, in un paesaggio a dir poco lunare, vi è una lente di ghiaccio da cui sta nascendo un piccolo lago. La vetta del monte Aga (m 2720, ore 1) è a dir poco complessa e si struttura in 3 elevazioni principali. Su quella più occidentale c' è una specie di cappelletta con statua della Madonna. È lì che andiamo per le foto di rito e compilare il libro di vetta.
Caliamo infine nella conca detritica a NO che ci porta al passo di Cigola (ore 0:40), posto sulla cresta orientale della montagna omonima.
Mentre Gioia e Luciano prendono un po' di sole faccio una corsetta su per quella cresta. Qualche bollo mi conforta sulla frequentazione umana del posto. 7 minuti e sono già in vetta al pizzo di Cigola (m 2634). Una croce su un prato che contrasta con le rocce marce della dorsale appena salita (II).


Faccio qualche foto, firmo il libro e giù dagli altri.
Valichiamo il passo di Cigola e divalliamo lungo il sentiero verso le baite di Cigola. I pastori con le mucche sono ancora sù vicino al passo Brandà. Di nuovo scendiamo la lunga val d'Ambria.
Un po' correndo, un po' camminando alle 20, proprio al limite del giorno, siamo nuovamente a Vedello (m 1032, ore 4).


Alla bocchetta di Podavit.
Alla bocchetta di Podavit.

Dalla bocchetta di Podavit verso il pizzo del Diavolo di Tenda.
Il gruppo del Coca emerge dalle nebbie.
Verso la vetta.

In alto sulla cresta.




Sguardo sulla Valtellina.

In vetta.

In vetta.

Pizzo Rondenino e monte Aga (la punta in fondo a sx)
visti dalla vetta del pizzo del Diavolo di Tenda.
Quella in fotografia è la cresta che siamo andati
a percorrere.

Il pizzo del Diavolo di Tenda e il Diavolino.

Il pizzo Poris sbuca dalle nebbie.

Le vette della val Masino oltre il lago di nubi.



In vetta al monte Aga.

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