domenica 28 aprile 2019

Monte Brusada (m 2143)


Oggi in quota c'è un vento terribile. Ho in macchina tanta di quella attrezzatura che sarebbe in esubero pure se volessi salire la N dell'Eiger, ma ho caricato un po' di tutto non avendo idea di che cosa potrò salire.
Mi piacerebbe andare sul piz Ledù, ma arrivato allo sbocco della Valchiavenna vedo che c'è sbarramento da N e tanta neve sopra i m 2100, per cui abbasso di brutto l'asticella e mi dirigo verso Cino. Obbiettivo il monte Brusada. Assieme al dirimpettaio Legnone è stipide dell'ingresso dellaValtellina. Settimana prossima cadono i 10 anni da quando avevo fatto questa gita con Mario, Fausto e Gioia. Questa è stata l'ultima escursione assieme a Fausto, per cui volentieri, pur se da solo, la rifaccio.

Il monte Brusada dai pressi della Bassetta.



Il tracciato visto dal monte Legnone.

Lascio l'auto a Cino presso il parcheggio del campo da calcio (m 550), a monte del paese. Il posteggio è talmente ripido che dà l'idea la macchina si possa ribaltare. Prendo la strada in cemento che prende quota e attraversa la val Maronara. Il primo tratto è in una pineta che in breve lascia il posto ad alti ed esili larici . Supero due vallecole minori, poi mi inerpico verso N sino ad un casello dell’acqua  (Al Pozzo, m 670). Qui prendo il sentiero sulla dx che entra nel bosco e s'alza verso i Parti Nestrelli. Fa caldo e maledico di non avere le braghine. Di tornare all'auto a prenderle non se ne parla nemmeno, per cui mi arrendo a sudare come un porco.
A m 864 c'è una cappelletta in posizione panoramica. Il poggio su cui si trova è invaso dalle ginestre. Attraverso l'assembramento di rami e benedico di avere le braghe lunghe: infatti mi trovo una manciata di zecche che mi cammina sui pantaloni.
Le uccido e prosegui guardingo, fermandomi a controllare le gambe ogni volta che attraverso dell'erba alta.
10 anni fa non c'era una tale invasione di queste bestiacce, ora la montagna è diventata decisamente più inospitale.
Sbuco sulla carrozzabile cementata per i Nestrelli, taglio un tornante e ritrovata la carrareccia,  vedo i prati e le baite sulla dx. Vado dalla parte opposta, in salita.A breve ecco un incrocio.
Mi dirigo a sx per la pista che, dopo qualche su e giù, mi accompagna ai panoramicissimi quanto ripidi prati dell'O (m 1210, ore 2).
Dalle baite più occidentali, dopo una provvidenziale fontana, inizia il sentiero per la Bassetta. Incontro un corridore che si sta allenando. Scambiamo quattro parole, sorpresi di quanto sia limpido il cielo dato che oggi davan brutto. Alle mie spalle il monte Legnone con la testa bianca e i fianchi avvolti in abito primaverile.
Il sentiero segnalato piega a sx, pianeggia un po', poi si avvolge in tornantini per prender quota. Un cartello avvisa della chiusura dello stesso dovuta a lavori e al conseguente pericolo di caduta sassi. Lo ignoro, certo del fatto che oggi, Domenica, nessuno lavori.
Si apre il bosco e alcuni ruderi di baite in pietra anticipano il testone panoramico dell'alpe Bassetta (m 1746, ore 1:15). Da qui la vista spazia su valle dei Ratti, Valchiavenna, laghi di Mezzola e Como e la bassa Valtellina.
Ci sono due persone, ma il vento mi invoglia a non andargli incontro. C'è uno scavatore poco sotto le baite, ma, come pernsavo, nessuno oggi lavora. Mi dirigo subito a ENE. Il monte Brusada si staglia contro il cielo. Parrebbe vicino, ma in realtà so che dovrò camminare un po'.
C'è il sentiero bollato fino al passo del Culmine (m 1818), dove alcune pecore dalle buffe acconciature sono sdraiate a dormire. Insisto sullo spartiacque tra larici e grossi massi finché questo si impenna e si scrolla di dosso la vegetazione ad alto dusto.
Alcune roccette, alberi bruciati dai fulmini e liste d'erba sono intercalate nella cresta che diventa via via più panoramica. I versanti che ne scendono sono molto ripidi e di visega. Neve non ce n'è, al contrario di 10 anni fa, ma in val Codera, sospinta dai venti settentrionali, sta scendendo un po' di neve.
Il vento è sempre più forte, quando arrivo in vetta al monte Brusada (m 2143, ore 1:15).
Ammirata la sottostante valle dei Ratti e il vertiginoso Sasso Manduino, mi sdraio al riparo da Eolo nella conca a S della cima su un bel sasso piano. Gli interstizi tra i massi sono pieni di escrementi di selvatici. Mi addormento e mi risveglio dopo un'ora e mezza con altre zecche che mi camminano sui pantaloni, forse abbandonate quassù dagli ungulati. Le elimino.
Scendo per la cresta orientale, quella che va verso il monte Sciesa. Il vento è molto forte e mi devo spesso aggrappare con le mani alle rocce per non essere buttato giù. Al passo Piana, accesso alla val Bassa, piego prima a S, poi a SO, infine a O seguendo una traccia di sentiero, inizialmente ben definita, che taglia l'erboso e scosceso fianco meridionale del monte Brusada. C'è qualche ometto a rincuorarmi, ma ho il presentimento che smarrirò il percorso.
Sono a più di m 2000, eppure ogni volta che attraverso cespugli o erba alta mi devo levare zecche dai pantaloni. Che schifo. E pensare che quassù ci ho portato le capre fino al 2007 e di zecche non ne avevo mai viste!
Tra ginestre, visega e ganda perdo la strada maestra, così ricalco l'isoipsa dei m 2000 (o una sua vicina) fino a rimontare la cresta SO del monte.
Per la via dell'andata ritorno alla Bassetta, quindi ai prati dell'O e nei pressi dei Prati Nestrelli.
Stufo di lottare coi parassiti, evito però il sentiero di salita e percorro tutta la lunga carrozzabile cementata.
Un'auto si ferma e il conducente mi offre un passaggio. Ringrazio, ma rifiuto perché voglio fare ancora 4 passi cercando di ricordare le ultime battute che ci eravamo scambiati con Fausto prima di salutarci e vederlo allontanare in bici verso Lecco.
Il sole si abbassa lentamente sull'orizzonte sgombro dalle nubi. Le luci del tramonto incidono i canali della val Lesina e accarezzano i prati del fondovalle per annunciare loro la fine del giorno.

Cino e la chiesa di San Giorgio.

Il monte Legnone dai prati dell'O.

Farfalla su Cinquefoglia fior d'oro.

Il monte Legnone e uno dei tronchi arsi dai fulmini sulla cresta SO del monte Brusada.

La Bassetta dalla cresta SO del monte Brusada.

Valchiavenna e lago di Mezzola dal monte Brusada.

La val Bassa, con monte Erbea e monte Sciesa, dal monte Brusada. Si vede a dx la cresta che percorrerò per scendere al passo Piana.

Il monte Brusada e il lago di Como dal passo Piana.

La bassa Valtellina dalla Bassetta.

Il lago di Como dalla Bassetta.




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