domenica 28 dicembre 2014

Cima di Venina (m 2624) e monte Masoni (m 2660)

Questa gita, che tocca le modeste vette della cima di Venina e del monte Masoni, è più interessante dal punto di vista esplorativo che sciistico, in quanto la val Venina mal si presta allo scialpinismo per i lunghi pianori e il laborioso accesso al lago di Venina.
Neve poca, pochissima; i 30 cm di polvere sottile caduti ieri non han certo fatto il fondo, ma solo contribuito a nascondere i sassi che eran lì pronti a rigarci gli sci.
Per di più il vento tempestoso ci ha messo lo zampino con raffiche fortissime che ci hanno mezzo congelati.

Gli ultimi metri  per la cima di Venina in mezzo alla tormenta.



In verde il tracciato della gita di oggi.
Partenza: bivio sopra Vedello (m 1050 ca.). 
Itinerario automobilistico: alla fine della tangenziale di Sondrio (direzione Tirano), prima del passaggio a livello si svolta a dx e si segue la strada provinciale fino a Busteggia. 100 metri oltre l'ex canile (semaforo) si prende la stradina sulla dx che sale a Pam per poi ricongiungersi all'arteria principale per Piateda Alta. Dopo circa 7 km da Sondrio si è al bivio in località Mon. Si segue sulla dx la carrozzabile che si inoltra in val Vedello fino alla centrale di Vedello (m 1000, 6 km).  Si continua sulla strada sterrata e, meno di un km oltre la centrale, si giunge al tornante dove c'è il bivio Ambria-Agneda. Si parcheggia nei pressi del tornante.
Itinerario sintetico: bivio sopra Vedello (m 1050 ca.) - Ambria (m 1325) - lago di Venina (m 1820) - baita dei Maghi (m 1900) - cima di Venina (m 2624) per la cresta N - monte Masoni (m 2660)
Tempo previsto: 6 ore per la salita - la discesa è comunque lunga per i molti piani e i tratti non percorribili con gli sci. 
Attrezzatura richiesta: da scialpinismo, kit antivalanga, ramponi, piccozza e casco.
Difficoltà/dislivello: 3+ su 6 / 1723 m.
Dettagli: BSA. Pendii fino a 45° e 3 metri quasi verticali affrontati solo in salita. Sviluppo lunghissimo.

MappeKompass n.104 - Foppolo - Valle Seriana, 1:50000


Bivio Ambria-Agneda. 10 tornanti e la strada spiana, si attraversa il torrente e si ultimano i 2,5 km che portano dal bivio ad Ambria.
La strada è coperta da 30 cm di fuffa, neve inconsistente che non fa fondo. Se provassimo a sciarla in discesa distruggeremmo gli sci, ma in salita con le pelli si va su lo stesso.
Oggi era in programma il pizzo del Diavolo di Tenda, ma non ci sono le condizioni così rinunciamo. Siamo solo io e il Caspoc'.
Da Ambria prendiamo il sentiero che s'alza in val Venina (dx). Il fondo è gelato e i sassi sono scivolosissimi. Tratti con gli sci e tratti camminando, ci addentriamo nella valle. Non si sta in piedi anche per le frequenti lastre di ghiaccio.
La valle diviene sempre più angusta e cupa. Il torrente pare fregarsene dei quasi 10 gradi sotto lo zero e scorre rumoroso nel suo alveo incassato tra alte pareti rocciose.
Arriviamo al margine orientale del coronamento della diga di Venina (m 1820, ore 2:30). Qui è la casa dei guardiani. Le luci sono accese.
Costeggiamo il lago dalla sua riva E. Quant'è lungo?
Gelo e onde si contendono la superficie dell'acqua.
Se il lago è interminabile, il resto della val Venina lo è ancor di più.
La percorriamo tutta fino in fondo, su neve scivolosissima e incalzati dal vento sempre più forte.
La monotinia del percorso è interrotta dalla sola baita dei Maghi che, nonostante si stia disgregando, ancor trasuda le fatiche fatte per impilare quelle pietre talvolta pesantissime che ne costituiscono muri e stipiti delle porte.
Ai piedi del passo di Venina pieghiamo a dx e saliamo un valloncello con grossi accumuli nevosi.
Speriamo non si stacchi nulla. Giungiamo a una conca chiusa tra due cime. Quale sarà la cima di Venina?
La più alta parrebbe il dossone di dx, ma forse è solo la voglia di stare un po' al sole che ce lo fa salire. La cima di Venina (m 2624, ore 5:30) è invece a S, poco dietro ad una bella piramide di neve, sulla dorsale che divide le province di Sondrio e Bergamo.
Vi arriviamo per la cresta N  (spartiacque tra val Venina e vale del Livrio - tratti fino a 45° e gli ultimi 3 metri verticali per scavalcare la cornice), quindi piegando sulla larga dorsale verso O.
Un ometto di sassi indica la vetta. Il vento è incessante e sempre più forte. Le raffiche paiono volerci portare via. -15°/-20°. San Piumino e Santa Maschera da Sci mi proteggono.
Nonostante ciò (è ancora presto) decidiamo di raggiungere a piedi per la banale dorsale (O) la arrotondata sommità del monte Masoni (m 2660, ore 0:30), da cui si ha una bella vista sulla pala N del Corno Stella e sulle Orobie Occidentali, mentre dalla cima di Venina ciò che più attir l'attenzione sono le sagome di monte Aga, che da questa prospettiva pare un vulcano spento, e del severo pizzo del Diavolo di Tenda che per fortuna non abbiamo tentato oggi.
Tornati alla cima di Venina leviamo le pelli e ci prepariamo alla discesa, ma il vento ci soffia indietro obbligandoci a spingerci anche in giù!
Ci abbassiamo sullo spartiacque provinciale fino a un ometto di pietra, quindi giù a N per una ripida costola.
Si è scatenato l'uragano e i cristalli di ghiaccio sembrano volermi tagliare la faccia. Dobbiamo mantenere le distanze per evitare che il ghiaccio scalfito dalle lame dell'uno flagelli l'altro.
100 metri sotto cresta e la situazione torna tranquilla, ma anneghiamo negli accumuli e dove la pendenza non è sostenuta siamo costretti a spingerci.
La visibilità è pressochè nulla e quando si finisce contro un accumulo ci si impunta e si rischia di saltar fuori dagli scarponi.
Le tracce di salita sono in molti tratti già state ricoperte.
Poco prima del lago lasciamo le solette degli sci su rocce nascoste. Maledizione! Decidiamo di levarli e finire la giornata a piedi giù per sentieri ghiacciati e scivolosi.
La gara di cadute finisce con un pareggio che non permette a nessuno dei due di farsi pagare la birra dall'altro.

Valle e cima di Venina dal Meriggio nell'ottobre 2013.
Lago di Venina. -10°C, ma il ghiaccio ancora latita. Neve poca e inconsistente, fino a m 2100 si fatica a sciare.
Verso la baita dei Maghi.
Salendo al dossone di quota m 2550. Sullo sfondo Cigola, Omo, Aga, Diavolo, Poris e Grabiasca. Valanghe e vento hanno scoperto molti pendii.
Cima di Venina. Il nostro percorso di salita lungo la cresta N. 
L'uscita della cresta N.
Verso la vetta.
Bufera.
In vetta al monte Masoni.
Brezza orobica.
La dorsale che dal monte Masoni porta alla cima di Venina.
Il Diavolo di Tenda e un povero diavolo in mezzo alla tormenta.
Tramonto sul lago di Venina.


Nessun commento:

Posta un commento