venerdì 26 dicembre 2014

Pizzo dell'Omo (m 2773)


Il pizzo dell'Omo e il vallone dell'Omo, valle sospesa individuata dalle creste occidentali che si staccano dalle due elevazioni della montagna (foto aprile 2014 dal monte Aga).

Dal pizzo del Diavolo di Tenda si protende verso N una lunga dorsale che limita a oriente la val d'Ambria. La prima vetta che si incontra è il pizzo dell'Omo, cima bifida fatta da due quote di cui la maggiore, quella più settentrionale, misura m 2773 ed è ben visibile dai pressi di Ambria. Da quell'angolazione la montagna si presenta rocciosa e severa, apparentemente inaccessibile, quando il suo versante opposto offre un bellissimo itinerario di scialpinismo.
Questo è riservato agli scialpinisti più preparati perchè presenta pendenze fino a 45 ° (un breve tratto) e uno sviluppo di oltre 10 km.





Partenza: bivio sopra Vedello (m 1050 ca.). 
Itinerario automobilistico: alla fine della tangenziale di Sondrio (direzione Tirano), prima del passaggio a livello si svolta a dx e si segue la strada provinciale fino a Busteggia. 100 metri oltre l'ex canile (semaforo) si prende la stradina sulla dx che sale a Pam per poi ricongiungersi all'arteria principale per Piateda Alta. Dopo circa 7 km da Sondrio si è al bivio in località Mon. Si segue sulla dx la carrozzabile che si inoltra in val Vedello fino alla centrale di Vedello (m 1000, 6 km).  Si continua sulla strada sterrata e, meno di un km oltre la centrale, si giunge al tornante dove c'è il bivio Ambria-Agneda. Si parcheggia nei pressi del tornante.
Itinerario sintetico: bivio sopra Vedello (m 1050 ca.) - Ambria (m 1325) - lago Zappello - baite Dossello (m 1593) -  pizzo dell'Omo (m 2773)
Tempo previsto: 5-6 ore per la salita. 
Attrezzatura richiesta: da scialpinismo, kit antivalanga, ramponi, piccozza e casco.
Difficoltà/dislivello: 4 su 6 / 1723 m.
Dettagli: OSA. Pendii fino a 45° (dal vallone del Diavolo a quello dell'Omo - tratto esposto).

MappeKompass n.104 - Foppolo - Valle Seriana, 1:50000

10 tornanti dal bivio Ambria-Agneda (m 1050) permettono di superare il gradino sopra la centrale di Vedello, al che la strada a transito limitato si fa meno ripida, attraversa il torrente e giunge dopo circa 2,5 km al paesino di Ambria.
L'ossario settecentesco accanto alla chiesa è stato imbracato per impedirne il crollo.
Neve: neppure l'ombra. Incurante del freddo, c'è gente in giro per il borgo.
Ad Ambria la val Venina si biforca: val d'Ambria a sx e val Venina a dx. Prendiamo a sx, quando già in fondo alla vallata s'erge la rocciosa mole del pizzo dell'Omo.
Oltre la ex centrale di Zapello, che mescola le acque della diga di Scais e di quella di Venina, il solco man mano si apre finché approdiamo alla grande spianata dove nei periodi piovosi giace il lago di Zapello (m 1500, ore 1:45).
Oggi è prosciugato, ma nella piana che ha lasciato individuiamo una striscia di neve ghiacciata tra pascoli e pietraie che ci permette di calzare subito le assi e qui lasciare le nostre scarpe da ginnastica.
Insistiamo verso S fino alle baite Dossello (m 1593), da cui in testa alla valle.
Ai piedi dei contrafforti rocciosi dei pizzi Aga e Rondenino pieghiamo a sx (SE) e entriamo nel vallone compreso tra le creste occidentali del pizzo dell'Omo e del pizzo del Diavolo di Tenda che per comodità di notazione indico come vallone del Diavolo.
Qui le pendenze crescono e per fortuna anche lo spessore del manto nevoso. Dai m 2100 in su si prospetta una splendida sciata.
Con numerose inversioni su pendii sostenuti, guadagniamo dislivello all'ombra delle scure pareti che cingono la valle.
A circa m 2500 incontriamo il cordolo morenico del ghiacciaio del Diavolo. Poco più su, sulla dx, ha inizio la cengia inclinata per la bocchetta di Podavit.
Noi andiamo dalla parte opposta e ci alziamo ancora di un po', fino ai piedi del canale-pendio che culmina allo stretto intaglio compreso tra la cima meridionale del pizzo dell'Omo (m 2758) e un acuto roccione che ne forma l'anticima meridionale.
Levati gli sci, picca e ramponi ci inerpichiamo su per il pendio che arriva fino a 45°. La neve è cartonata e permette una sicura progressione. Il Caspoc', nonostante non abbia con sé né picca né ramponi, è davanti a batter traccia e agevola il compito di noi 4 pellegrini che lo seguiamo.
In cima al canale c'è uno stretto traverso verso sx  sotto la parete e sopra un salto di rocce: sarà il punto più pericoloso della discesa e non tutti se la sentiranno di affrontarlo con gli sci.
Alla breccia finisce ogni preoccupazione: benché il vento freddo ci infastidisca un po', la visione del vallone sospeso dell'Omo che, senza alcuna difficoltà, conduce in vetta ci ridà energie.
Chi con gli sci ai piedi, chi con gli sci nello zaino (a seconda degli ordini di scuderia) pianeggiamo verso N, quindi affrontiamo gli ultimi 100 metri di dislivello di neve indurita che ci regalano la panoramica sommità del pizzo dell'Omo (m 2773, ore 3:45). Guardando indietro svetta l'impressionante piramide del pizzo del Diavolo di Tenda, mentre lontano a N c'è il gruppo del Bernina flagellato dalla bufera.
Rapida merenda e giù prima di congelare.
Gran bella sciata e inaspettatamente riusciamo a scivolare con le assi fino in fondo al lago Zapello dove abbiamo parcheggiato le scarpe.

Vista primaverile della val d'Ambria. A sx il pizzo dell'Omo.
Lago Zapello e val d'Ambria nell'aprile 2014. Indicata la traccia per il vallone del Diavolo.
All'imbocco del vallone del Diavolo.
Verso la breccia che porta dal vallone del Diavolo a quello dell'Omo.
Verso la breccia che porta dal vallone del Diavolo a quello dell'Omo.

Nel canale per la breccia.
Verso la breccia.
Sguardo verso il basso.
Il traverso per la breccia.
La vetta del pizzo dell'Omo dalla breccia.
Dalla breccia si traversa in piano per entrare nel vallone dell'Omo.
Dalla breccia si traversa in piano per entrare nel vallone dell'Omo.
Sull'ultima rampa per la vetta, sullo sfondo il Diavolo di Tenda.
Il Diavolo di Tenda dai pressi della vetta.
In vetta al pizzo dell'Omo.
Inizia la discesa!
Giù per il ripido canalone ai piedi della breccia.


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