sabato 8 marzo 2014

Gita in val Seriana: pizzo Arera (m 2512)

Interessante gita di scialpinismo con partenza da Bades, frazione di Valcanale in val Seriana. Il pizzo Arera è una bella vetta calcarea, che nelle fattezze richiama molto le Dolomiti,  e appartiene a quelle Prealpi Orobie a me sconosciute, visto che di rado faccio lunghi viaggi per sciare. Questa volta però una conferenza a Trescore e la gentilezza di uno degli organizzatori, Franco Mocci, mi hanno permesso di esplorare terre lontane.
Per quel che riguarda l'escursione, è tutto facile fino al canalino finale dove le pendenze e le cornici mi hanno fatto faticare un po' per uscire in cresta. Neve polverosa (in alto) e bei pendii, hanno completato una piacevolissima giornata.

Anche se qui l'ho chiamato monte, trattasi del pizzo Arera visto dalla cresta orientale della Corna Piana.

Partenza: parcheggio di Bades, nei pressi del laghetto (m 1024)
Itinerario automobilistico: percorrere la val Seriana fino oltre Ardesio, quindi entrare nella laterale occidentale che conduce a Valcanale e alla sua frazione Bades.
Itinerario sintetico: Bades (m 1024) - baita di Piazza Bassa - baita di Piazza Alta (m 1640) - bocchetta di Corna Piana (m 2133) - pizzo Arera (m 2512) per il versante NO e la cresta N
Difficoltà/dislivello in salita: 3+ su 6 / 1100 m.
Tempo previsto: 3:30 ore per la salita.
Attrezzatura richiesta: da scialpinismo, kit antivalanga, ramponi, piccozza, talvolta utile uno spezzone di corda per proteggere l'uscita dal canale.

Dettagli: OSA. MS fino alla bocchetta di Corna Piana, BS fino alla base del canalino NO del pizzo Arera, quindi pendenze fino a 50° (almeno nelle condizioni in cui l'ho affrontato oggi). Un po' di lavoro è stato necessario per abbattere l'ultima cornice, quindi tutto facile per la vetta.

Ci avviamo a piedi dal parcheggio di Bades, nei pressi di un laghetto/palude col fondale dai colori più bizzarri e forti esalazioni di gas. Tante auto sono parcheggiate ovunque. Quest'area è sempre frequentatissima. Poco sopra Bades vi sono degli impianti da sci dismessi e noi risaliamo lungo le piste della vecchia ski-area. Fa piuttosto caldo al sole e in alto si notano grandi distacchi di valanghe di fondo. Nella bolgia di scialpinisti prevalgono gli agonisti del fine settimana che salgono a tutta birra. Anche i settantenni ci passano di gran lena, respirando affannosamente e con attrezzature costosissime e leggerissime. Tutti hanno fretta, sembrano voler chiudere quanto prima il conto con la gita di scialpinismo, forse vissuta più come una sofferenza che come ore di gioia e piacere di stare in mezzo alla natura. Piazza Bassa, Piazza Alta, poi sempre verso SO, oltre un imbuto ci introduciamo nella valle tra il pizzo Arera e l'imponente Corna Piana. Entrambe le cime mostrano i loro verticali fianchi calcarei.
Che traffico. Un signore vestito tutto di nero mi passa ansimante. Ha le moffole da K2, incurante del caldo. Mi accodo a torso nudo per vedere quanto resiste vestito in quel modo.
Gli chiedo se sotto la tuta da sci ha il condizionatore. "Magari ce l'avessi" - mi risponde.
Non gli domando perchè non si ferma a levare almeno la giacca, perchè capisco che forse tra la folla c'è un suo vicino di casa che se lo vedrebbe arrestare la marcia lo direbbe a tutto il vicinato. 
Il nostro gruppetto di 4 si ricompone nella conca tra l'Arera e la Corna Piana. 
A N è freddo, a S si schiatta. La traccia di salita passo proprio sotto i pendii meridionali della Corna, che a un certo punto si scrolla di dosso un po' di neve. La scarica passa sulla traccia tra due gruppi. Per fortuna non prende nessuno.
Inspiegabilmente chi segue non varia la traccia di salita per paura di uscire dal battuto.
Assistiamo alla processione di aspiranti suicidi che salgono tra le scariche fino alla bocchetta.
E poi mi dicono che si rischia ad andare in posti strani, quando è invece chi non apre gli occhi a fare azzardi inutili.
Noi  creiamo la nostra traccia sui più sicuri e ombrosi pendii di sx e giungiamo sulla dorsale sopra il passo di Corna Piana. Di lì traversiamo a mezza costa ed entriamo alti nel mandrone di Arera, il circo a N della vetta. La neve è soffice e polverosa. Prendiamo quota verso SE fino ad imboccare lo stretto e ripido canalino che s'alza verso la cresta. Qui finisce ogni altra impronta di sciatore.
Siamo soli.
30°, 40°, su a piedi ed infine 50° su neve, ghiaccio e verglass s'appoggiano alle roccette. Lasciati gli sci in cima al canale, sono costretto a tirar giù a piccozzate la cornice che mi separa dalla cresta, mentre Gioia e Franco tornano indietro per evitare il salto della cornice. Dopo poco m'affaccio al vertiginoso versante nord orientale della montagna.
Ha ora inizio un pendio appena sottocresta che, oltre una slanciata anticima, mi regala la croce di vetta, tutta bardata di ghiaccio (pizzo Arera, m 2512, ore 3:30).
Mi pento di non aver con me gli sci, perchè avrei potuto scendere tutto con le assi ai piedi dalla vetta. Ma chi se ne frega: mi gusto il paesaggio e la nube giallastra di sabbia del deserto che pian piano offusca le valli bergamasche.
Rimesse le assi, scio giù per il canale, poi assieme agli altri nella splendida polvere del mandrone dell'Arera. Andiam giù fino in fondo, per poi tornare a scaletta alla bocchetta di Corna Piana.
Qui la neve è trasformata, quasi primaverile. Sono le 14 e non c'è più anima viva sulla montagna. Tutti scappati. Che pace.
Saliamo all'anticima orientale della Corna Piana, ma da lì la vetta è impossibile perchè il caldo fa scaricare i versanti e rende le cornici instabili. Dietrofront, per oggi basta!
La discesa, nonostante il caldo, si rivela piacevole, seppur faticosa a causa della neve crostosa che attenta di continuo alla integrità dei nostri crociati.

PS. questo sarà l'ultimo post che metto con le immagini dai colori sballati: purtroppo google+, se non lo modifichi, ti fa un auto correzione delle foto che ti tarocca i colori e rende le foto rosse e scure, maledetti automatismi! Ora l'ho disattivata...)

Il laghetto di Bades.
Avancorpi del pizzo Arera dalla Piazza Alta.
Ai piedi della Corna Piana.
Manovale abbatti-cornice
In vetta al pizzo Arera.
Sabbia del deserto in arrivo! 
L'anticima N del pizzo Arera dall'uscita del canale.
Il tracciato per il canale e le serpentine di discesa.
Polvere ai piedi dell'Arera.
Il pizzo Arera dalla base del mandrone.
Sulla cresta orientale della Corna Piana.
L'anticima E della Corna Piana.
Tramonto e sabbia del deserto sul pizzo Arera.


1 commento:

  1. Bella giornata, nonostante l'affollamento. Comunque ci sono gite solitarie anche nelle Prealpi Orobie, sebbene gelosamente custodite dai locali!

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