giovedì 13 febbraio 2014

Cima dei Motti o Rovinadone (m 2778) per la val Finale


In val Fontana ho capito che, pur essendo già state salite tutte le montagne, l'alpinismo esplorativo in Valtellina non è ancora un capitolo chiuso. Anzi. Ogni volta che ci torno scopro sempre nuovi itinerari entusiasmanti.
In val Finale non mi ero mai recato con gli sci.
È la prima laterale dx che si incontra addentrandosi in val Fontana, ma guardandola da Sant'Antonio, il nucleo di baite posto di fronte al suo sbocco, si direbbero molte cose, ma non certo che si presta ad essere sciata. Nella parte bassa infatti si stringe e diventa una ripida forra dove raramente si trova neve, se non i blocchi di ghiaccio portati giù dalle valanghe. Inoltre alcune cascatelle ben visibili sembrerebbero interrompere il solco.
Il discorso cambia nella parte alta, dall'alpe Finale in su, dove gli spazi si aprono e soffici lenzuola di neve ricoprono dossi, pareti e le vaste pietraie che infastidiscono quei pochissimi che vi passano d'estate.
Due settimane fa avevo osservato dalla valle del Combolo questa gola sospesa e ornata dalle cime di Finale e dei Motti.
Mi era parso di scorgere una possibilità di accesso dal basso, lungo il costolone alberato che sta a S del solco del torrente Finale. A circa m 1800 la vegetazione si faceva meno fitta e senza troppi patimenti pareva possibile raggiungere l'alpe Finale (m 2139), da cui salire la vetta più alta della valle, la cima dei Motti, pareva una pura formalità.
Così in un giovedì di tregua del cattivo tempo, mi trovo in compagnia del Caspoc ad andare a verificare l'itinerario.

In verde il tracciato di salita alla cima dei Motti e in arancione le varianti di discesa per il solco della val Finale.

Partenza: ponte di Premelè (m 1000 ca.).
Itinerario automobilistico: da Sondrio prendere la strada Panoramica per Teglio (SP21). Si passano Montagna (al km 2), Poggiridenti (al km 4) e Tresivio (al km 5,5). Giunti a Ponte, alla chiesetta di San Gregorio (al km 9), svoltare a sx per Teglio (SP76). Dopo una breve salita, immettersi sulla strada a sx che porta in val Fontana (al km 9,4). Si attraversano i meleti appena oltre la chiesetta di San Rocco si ignora la svolta sulla sx per San Bernardo. Si seguita sulla stretta via asfaltata che s'addentra in val Fontana. Si parcheggia appena al di là del ponte di Premelé (in assenza di neve si può proseguire in auto verso il rifugio Erler).
Itinerario sintetico: ponte di Premelè (m 1000 ca.) - Sant'Antonio - alpe Finale (m 2139) - cima dei Motti o Rovinadone (m 2778) - discesa integrale del solco della val Finale - ponte di Premelè (m 1000 ca.) 
Difficoltà/dislivello in salita: 4 su 6 / 1800 m.
Tempo previsto: 5 ore  per la salita.
Attrezzatura richiesta: da scialpinismo, kit antivalanga, ramponi e piccozza.

Dettagli: OSA. Pendii fino a 40°.  Nella parte bassa della valle sciata tecnica con passaggi angusti e cascatelle. Da affrontarsi solo con neve assestata. 

In verde il tracciato di salita alla cima dei Motti e in arancione le varianti di discesa. In rosso è quello per la cima di Vicima,  grandiosa sciata  in val Fontana.

Inaspettatamente dobbiamo abbandonare l'auto già al ponte di Premelé (m 1000 ca.), quindi a Sant'Antonio attraversiamo il torrente Val Fontana e percorriamo brevemente la pista che si dirige a SO verso San Bernardo. Passiamo il solco principale della val Finale e poco più avanti prendiamo a dx su dritti per il fitto bosco, guadagnando dislivello tra rami, alberi e neve dura. A m 1500 la pecceta si dirada, ma le pendenze crescono e la neve ha la crosta ghiacciata. Facciamo innumerevoli invesioni con attenzione: una cauta la si pagherebbe molto cara rotolando a valle per non so quanti metri.
Il crinale s'addolcisce solo in prossimità dell'ape Finale, 50 metri più in basso della quale pieghiamo a dx e raggiungiamo la mezzeria della valle, sempre più bella ed entusiasmate. La cima dei Motti, ben visibile a NO, fa capolino all'orizzonte. A m 2300, quando la valle si divide in due, prendiamo il ramo di dx che, oltre un ripido gradino, ci porta nella conca ai piedi della vetta (m 2650).
Proseguendo dritti a O guadagniamo la cresta S della cima dei Motti (m 2778, ore 5), che facilmente, anche se un po' esposta, conduce alla vetta. E fin qui sole e paesaggi da favola, ma ben presto la nebbia avvolge tutto e ci obbliga a una discesa da ciechi.
Una turba psichica, nonostante le grosse crepe presenti nel manto nevoso, ci convince a tentare la discesa integrale nell'angusto canyon della val Finale. 
Procede tutto tranquillo fino a m 1500, dato che appoggiandoci a dx del solco troviamo neve polverosa e zona tranquille dalle valanghe che spazzano il colatoio centrale. Ma a un certo punto siamo costretti a stare nel mezzo della valle, sciare su blocchi gelati scaricate dalle valanghe di fondo da poco scese e, poco sotto, superare due cascate gelate come Tarzan usando i maross come liane. Gli ultimi 300 metri poi sono una tortura. Leviamo gli sci e strisciamo tra la fitta vegetazione, dato che camminare su fondo così cedevole è impossibile.
La sponda del torrente Val Fontana ci ridà allegria, subito spenta dalla neve gommosa della stradicciola che ne costeggia l'argine dx fino all'auto.
Nel complesso è stata una bella gita, una soddisfazione aver sciato integralmente la val Finale, che a un primo studio mi era invece sembrata impraticabile.
Neve a tratti bellissima, a tratti orrenda e pericolosa. Pericolo valanghe abbastanza marcato in basso a causa del caldo, mentre moderato in alto dove ci siamo dilettati nelle varianti più ripide tra canali e pendii da sogno.
Nel fitto bosco a m 1400.
La val Finale dai pressi dell'alpe Finale.
A m 2200.
Il tracciato di salita (rosso) e di discesa (verde) da quota 2500.
All'orizzonte arriva il brutto tempo.
Nella conca sotto la vetta.
Guardate che posto spettacolare per gli sci! Sullo sfondo il monte Combolo.
Aggiungi didascalia. Il passo di Vicima da una breccia sulla cresta S della cima dei Motti.
In vetta.
Neve da favola, in discesa a m 1800.

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