giovedì 17 aprile 2014

Monte Aga (m 2720) per il vallone N


Il tracciato per il vallone dell'Aga visto dalle baite di Zapello.

Vai d'estate e controlli tutti gli anfratti, poi ti riprometti di tornare in inverno per sciare i canali più remoti che trovi.
Più o meno l'Aga è andato così: da quando ho salito il vallone N col Giovanni nel 2012, l'idea di ripercorrerlo con gli sci è diventata un nostro obiettivo.
Così Giovanni è salito ieri col Roby Ganassa & co., io sono andato stamattina col Caspoc' in un momento libero e sulla scorta delle informazioni avute dagli altri e che ci hanno permesso di ottimizzare la logistica.
Abbiamo sciato una zona remota, in fondo alla val d'Ambria: il vallone dell'Aga. L'ambiente è severo e molto verticale, in quanto i contrafforti della cresta N del pizzo Rondenino che lo cingono a E incutono un grosso timore reverenziale, non certo giustificato dalle difficoltà contenute della via che  percorre quella dorsale (http://lemontagnedivertenti-diario.blogspot.it/2013/08/pizzo-rondenino-m-2747-cresta-n.html).


SCHEDA SINTETICA
Partenza: bivio sopra Vedello (m 1050 ca.). 
Itinerario automobilistico: alla fine della tangenziale di Sondrio (direzione Tirano), prima del passaggio a livello si svolta a dx e si segue la strada provinciale fino a Busteggia. 100 metri oltre l'ex canile (semaforo) si prende la stradina sulla dx che sale a Pam per poi ricongiungersi all'arteria principale per Piateda Alta. Dopo circa 7 km da Sondrio si è al bivio in località Mon. Si segue sulla dx la carrozzabile che si inoltra in val Vedello fino alla centrale di Vedello (m 1000, 6 km).  Si continua sulla strada sterrata e, meno di un km oltre la centrale, si giunge al tornante dove c'è il bivio Ambria-Agneda. Si parcheggia nei pressi del tornante.
Itinerario sintetico: bivio sopra Vedello (m 1050 ca.) - Ambria (m 1325) - lago Zappello (m 1500) - baite Dossello (m 1593) - monte Aga per versante N (m 2720)
Tempo previsto per la salita: 5 ore. 
Attrezzatura richiestada scialpinismo, kit antivalanga, ramponi e piccozza.
Difficoltà/dislivello: 3.5 su 6 / circa 1700 m.
Dettagli: OSA. Pendii fino a 40° con brevi rampe poco più ripide. Nella parte alta è meglio non cadere o si rischia di volar giù dalle barre rocciose ai piedi dei pendii.

MappeKompass n.104 - Foppolo - Valle Seriana, 1:50000

La parte finale del tracciato vista dal pizzo del Salto.
Sarò breve, come purtroppo lo è stata questa splendida mattinata di aprile, in fuga dai casini del lavoro per tirare il fiato - almeno fino alle 11. Partiti da Sondrio dopo la colazione al bar del Silvio, alle 5 abbiamo percorso la val Venina al chiarore di una fioca luna calante che velocemente andava a nascondere la sua tondità imperfetta dietro al profilo cupo delle montagne e lasciava la scena alle ultime stelle.
Partiamo a piedi nella penombra e attraversiamo un'Ambria deserta e insolitamente nevosa, dove i crochi contendono i prati a spessi strati di neve. Il ruscello ci corre accanto mentre sulla dx idrografica, abbandonata la val Venina, ci addentriamo nella val d'Ambria (SSE), chiusa sullo sfondo dalle sagome del pizzo del Salto e del pizzo degli Uomini.
Come ci aveva preannunciato Giovanni, gli sci vengono calzati all'ex centrale di Zapello (m 1430) di Zapello, raccordo tra la diga di Venina e quella di Scais.
La neve è tanta e gelatissima, l'aria cruda e insistente.
Le quinte della val d'Ambria si aprono alle porte del lago Zapello e ci affacciamo alla testata della valle, ancora lontana, ma imponente e scura, sebbene l'alba ne stia illuminando alcune cime.
Scivoliamo veloci per l'interminabile pianone che, dopo 2 km dallo sbarramento naturale che origina il lago fantasma, ci porta alle baite Dossello (m 1595).
Puntiamo dapprima al vallone che si intrufola tra il pizzo dell'Omo e il Rondenino (SE), per piegare a dx alla base della cresta N del Rondenino e introdurci nel ripido vallone dell'Aga che da lontano pare spegnersi subito contro le barre rocciose. Siamo poco oltre i m 2000 e la salita diventa faticosa. Via gli sci e su i ramponi, così si viaggia velocemente.
A m 2250 prendiamo una rampa sulla dx (SSO, 35-40°) che ci accompagna verso la luce al circo alto dell'Aga, un grande catino glaciale ai piedi della cima principale della montagna. Siamo a circa m 2500.
Le pendenze si addolciscono, ma per uscire da questo anfiteatro cinto da salti di roccia, dobbiamo mirare la cima della montagna, posta a SO, e aggirare da dx la barra rocciose per un passaggio un po' esposto e che in discesa non ammette errori.
Seguono un canalino e pochi metri di cresta. Il monte Aga (m 2720, ore 4:30) è nostro.
Il punto culminante è scevro di decorazioni, perchè i bergamaschi anno addobbato con un tabernacolo con madonna un' elevazione di poco inferiore e posta più a SO, ben visibile dal fondovalle e dal rifugio Longo.
Sia sul versante valtellinese, che sulla conca rivolta a O vi sono dei circhi che assomigliano a crateri e rendono l'aspetto di questa montagna molto particolare ed affascinante.
Sono le 9 di mattina. Perdiamo un po' di tempo a far foto e colazione, poi giù con gli sci dalle vetta, prestando molta attenzione al primo  canalino, tanto stretto da richiedere di mettere le punte tutte a valle per qualche metro, prendendo velocità in una zona dove, specie con neve ghiacciata come oggi, ogni errore è vietato, pena un salto dalle rocce di oltre 30 metri.
Tutto il resto della sciata, benchè a tratti ripida ed estremamente faticosa per l'irregolarità del manto ghiacciato, è una grandiosa traversata in luoghi selvaggi da cui non vorrei più scendere, peccato solo che la gravità attragga verso poli di stress e colate di cemento.
Rilevante è il fatto che fino ad Ambria, raggiunta alle 11 di mattina, la neve non si è assolutamente ammorbidita alla luce del sole, nemmeno dove era gialla perchè sporca di sabbia del deserto.

Dal circo alto dell,Aga, il tracciato per la vetta.
La cresta finale a pochi metri dalla vetta.
La dorsale seguita fino ad un'anticima addobbata con tabernacolo.
E grandi cornici!
Di ritorno sulla vetta principale.
Sulla rampa che scende dal circo alto dell'Aga.
Nel tratto più ripido la neve ha un po' smollato, ma solo per pochi metri.
A circa m 2300 c'è una rampa ripida che richiede un perfetto spazzaneve. Allora Caspoc', terrorizzato e non avvezzo ad un simile ingaggio, decide di saltare il passaggio per non incontrare problemi. 
Ai piedi della fantastica cresta N del Rondenino. Sullo sfondo il pizzo delll'Omo.
Un canale che presto ci rivedrà! 
Ciao val d'Ambria.

Ecco anche alcune foto di Roby Ganssa del giorno prima...

Sulla vetta brembana dell'Aga.

Sulla rampa centrale (40-45°). Sullo sfondo il pizzo dell'Omo e il Diavolo di Tenda.

Discesa nel vallone dell'Aga al cospetto della cresta N del pizzo Rondenino.



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