sabato 13 luglio 2019

I Rodond (m 2829) e piz de Mucia (m 2967)

Eccoci per la prima volta in val Mesolcina, vallata di lingua italiana nel Canton Grigioni che conferisce le proprie acque al lago Maggiore.  Inauguriamo le gite in questa terra selvaggia con due cime panoramiche e poco frequentate: I Rodond, punta a picco sopra la val Calanca e il remoto lagh de Stabi, e il piz de Mucia. Di quest'ultima montagna l'anticima E è ben nota agli scialpinisti, mentre la cima maggiore è raramente frequentata, come la cresta SO, per la quale l'ho salita a partire da I Rodond.





Partenza: San Bernardino (m 1630). 

Itinerario automobilistico: salendo lungo la A2 appena dopo Bellinzona si esce sulla A13 verso il Bernardino. Risalita la val Mesolcina, dopo 48 km da Bellinzona e appena prima del tunnel autostradale, si esce a San Bernardino. Dopo un giro in senso orario si passa sotto l'autostrada e si lascia l'auto nell'ampio parcheggio sterrato della stazione di valle degli impianti sciistici in dx orografica. Attenzione: tale parcheggio, ubicato accanto a un deposito della Polizia, è utilizzato dagli automobilisti come pisciatoio.

Itinerario sintetico: San Bernardino (m 1630) - pass di Passit (m 2081) - I Rodond (m 2829) - pass di Omenit (m 2651) - Cantun de l'Ungheres (m 2772) - piz de Mucia (m 2967) - anticima E (m 2957) - alp Vigon - Confin Basso (m 2954) - San Bernardino (m 1630).

Tempo impiegato nella gita di oggi: 6:15 ore (siamo andati piuttosto svelti).

Attrezzatura richiesta: scarponi e, se si vuol fare le creste in sicurezza, corda (uno spezzone da 20 m), fettucce e imbraco.

Difficoltà:  4 su 6.

Dislivello in salita: 1500 metri circa.

Dettagli: alpinistica PD. Se la salita alla cima de I Rodond è affare escursionistico, la cresta SO (un passo di III+, se no II e II+ su ottimo gneiss) del piz de Mucia e la traversata per la seppur breve, ma esposta e marcia cresta all'anticima E è affare per alpinisti. 


© swisstopo.ch
Che tempaccio: usciamo dall'abitacolo presso la stazione di valle degli impianti a San Bernardino che soffia un vento gelido. Accanto a noi un'altra auto di escursionisti italiani che, appena mettono piede a terra, rabbrividiscono. Già anche loro sono in pantaloncini e maglietta, memori del caldo delle ultime due settimane.
Scambiamo alcune battute, scoprendo che sono brianzoli e lettori affezionati de Le Montagne Divertenti. Sono finiti qui per una gita di ripiego dato che in Valchiavenna il tempo è ancora peggiore. Abbiamo curiosamente la stessa meta, I Rodond, e nessuno di noi è mai stato in questa zona.
La gita è presto spiegata: dal piazzale della funivia di San Bernardino (m 1830) prendiamo la stradicciola che sale a sx dell'edificio e poi piega a sx (S). Incrociato dopo non molto il sentiero segnalato per il pass di Passit (cartelli) ci alziamo sulla costa alberata che sovrasta il lago d'Isola. Cambiamo valle e, oltre il limite della vegetazione, superiamo i dossi erbosi che conducono alla sella del pass di Passit (m 2081, ore 1:45). Qui si trovano due bei laghi.
In alto a dx (N), ai piedi della conica quota m 2472, vi è una sella a circa m 2200, a cui perveniamo per tracce di sentiero. Rientriamo nell'anfiteatro dell'alp de Confin e guardando a O vediamo già I Rodond, che una lunga cresta separa dal piz de Mucia. Timone dritto a S, tenendoci ai piedi delle scarpate settentrionali della cresta E de I Rodond e lasciandoci sulla dx alcuni laghetti, per pascoli prima e pietraie poi ci portiamo alla base del ripido pendio sotto la cima (m 2600 ca.).
Evitando la neve residua grazie a un corridoio pulito dal sole, rimontiamo questa rampa, a tratti sdrucciolevole, fino a raggiungere lo spartiacque con la val Calanca. A picco sotto di noi è il remoto e blu lagh de Stabi. La vetta è appena più a sx, dotata di un ometto di pietra con palo di legno, e per la cresta pietrosa ci arriviamo svelti (I Rodond, m 2829 ,ore 2:15). 
I Rodond, alto esattamente quanto il valtellinese pizzo di Rodes, è un pulpito che s'affaccia alla val Calanca e da cui ne si apprezza la testata e un buon tratto, fino al massiccio del Torrone Alto.
Tentiamo di schiacciare un pisolino, ma il vento ci scaccia in malo modo. Riprendiamo così la cresta appena salita, questa volta con l'intenzione di raggiungere il piz de Mucia.
Tutto tranquillo fino al pass di Omenit (m 2651), caratterizzato - come suggerisce il nome - da grandi ometti di pietra, poi si devono usare le mani in un paio di passaggi. Gioia mi abbandona prontamente e va incontro agli escursionisti conosciuti stamattina per scendere con loro a valle lungo gli impianti di sci.
Sono solo e il posto è dei più isolati, cosa che a me piace moltissimo.
Qualche su e giù, una breccia un po' esposta e una specie di grotta sulla cresta in cui entro a sbirciare. Appena vedo che questa diventa un pozzo, non avendo vezzi da speleologo, lascio perdere. Dev'essere una qualche fratturazione profonda delle rocce.
Quindi ecco la quota m 2842, una catasta di blocchi chiari. Da qui scendo al Cantun de l'Ungheres, valico marcato con bandierine bianco blu, che in Svizzera indicano i sentieri impegnativi. Sono ai piedi della cresta SO del piz de la Mucia. Appare ostica e decisamente ripida, quanto il versante di sx, e intercala roccia e liste d'erba. Io tengo lo spigolo. Inizialmente trovo passi di II su roccia inaspettatamente ottima. Il passaggio chiave è un saltino di III+ in cui spreco un paio di tentativi prima di approcciarlo correttamente. Poi ancora II e II+. A m 2900, con un traverso finisco sulla cresta ONO. Pochi metri e sono sul piz de Mucia (m 2967, ore 1:30), incoronato con un semidistrutto ometto di pietra.
Non vedo possibilità di scendere direttamente nella valle a N. Inutilmente lunga e fuorviante sarebbe la cresta NO, così opto per l'esposta  e marcia cresta E che, aggirato un inquietante spuntone, mi guida all'anticima E (m 2957), ovvero la classica meta scialpinistica, dove l'ometto di vetta è valorizzato con un palo di legno che ne sancisce l'importanza.
La parte alpinistica è finita.
Mi tengo prima nel centro, poi a sx di una rampa triangolare di blocchi, fino a un colletto a m 2550.  Sarenne infatti deleterio entrare nelle gande della valle sottostante. Dal colletto per una scarpata smonto a dx nella valle cercando di evitare le pietraie della parte alta.
Giunto sui pascoli, mi dirigo a E scavalcando alcuni dossi erbosi con pecore e a circa m 2100 incrocio il sentiero bollato. Lo seguo verso dx (S) fino al Confin Basso, dove si trova la stazione intermedia degli impianti sciistici.
Per scampare eventuali lungaggini del sentiero, scendo direttamente a sx (E) per la pista sotto le funi degli impianti e in men che non si dica sono alla stazione di valle a San Bernardino (m 1630, ore 3)*.

* In questa relazione ho inserito le tempistiche di oggi. Tenete conto che pass di Omenit al piz de Murcia, alla macchina, sono andato piuttosto svelto.

Il più basso dei laghetti al pass di Passit.

Dalla sella che porta nella valle dell'Alp de Confin, l'itinerario di oggi.

Verso I Rodond. In basso la traccia di salita nella valle dell'Alp de Confin.

Il Lagh de Stabi, a picco sotto la cresta spartiacque.

La val Calanca da I Rodond.

La val Calanca da I Rodond. A dx il Torent Alto.

Da I Rodond, per cresta, al pass di Omenit.

Pass di Omenit. Sullo sfondo, tra gli ometti, la vetta del piz de Mucia.

Il pinnacolo tra la cima e l'anticima E del piz de Mucia. 

Sull'anticima E del piz de Mucia.

Gioia fotografa dall'alp de Confin il piz de Mucia e la cresta che ho salito.

Linea di discesa dall'anticima E del piz de Mucia.

Orchidee.

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